Secondo i dati di Glassnode, la percentuale di Bitcoin (BTC) presente sugli exchange è scesa ai minimi degli ultimi sette anni, attestandosi sotto l'11% per la prima volta da marzo 2018.
Il picco si è verificato intorno a marzo 2020, quando oltre il 17,2% dell'offerta di BTC era detenuta sugli exchange. Da allora, oltre il 6% dell'offerta totale, ovvero circa 1,26 milioni di BTC, è stato ritirato dai wallet degli exchange.
Esaminiamo i motivi principali alla base dei crescenti prelievi di Bitcoin dai crypto exchange.
HODL di Bitcoin ai massimi da due anni
Secondo l'ultimo grafico Exchange Flows to Network Activity Ratio di CryptoQuant, gli investitori di Bitcoin stanno detenendo le loro monete ai massimi livelli degli ultimi due anni.
Il rapporto, che misura il volume di BTC che fluisce verso gli exchange rispetto all'attività della rete on-chain, è sceso al livello più basso da inizio 2023, indicando un calo dei depositi sugli exchange nonostante l'aumento dei prezzi.
A inizio giugno 2025, la media mobile a 30 giorni del rapporto si attesta intorno a 1,2, ben al di sotto della media a 365 giorni e avvicinandosi a una deviazione standard di -1.
Storicamente, livelli così bassi hanno marcato periodi di forte determinazione tra i detentori di Bitcoin di lungo termine, con gli investitori che prediligono il cold storage al trading.
Ciò riduce l'offerta disponibile, con un minor numero di monete potenzialmente in vendita malgrado l'avvicinarsi dei massimi storici di Bitcoin.
Custodian istituzionali sostituiscono i crypto exchange
L'ascesa delle soluzioni di custodia istituzionale è un altro fattore importante alla base della diminuzione dell'offerta di Bitcoin sugli exchange.
Anziché gli exchange pubblici, grandi istituzioni finanziarie come BlackRock, Fidelity e Franklin Templeton preferiscono piattaforme di custodia di terze parti.
Coinbase Prime, ad esempio, ha registrato oltre 212 miliardi di dollari di asset in custodia nel primo trimestre del 2025, grazie agli “afflussi provenienti da emittenti di ETF, società e individui con un patrimonio netto elevato”.
Il crypto exchange Coinbase, d'altra parte, ha registrato oltre 500 milioni di dollari di deflussi di BTC nel medesimo trimestre.
The outflows have continued into the second quarter, including 761 million worth of withdrawals witnessed on June 5.
ETFs have attracted a large portion of the Bitcoin to their coffers.
The net worth of assets managed across spot Bitcoin ETFs was $44.54 billion as of June 5, up from around $1 billion at their launch in January last year.
A sostegno di tale tendenza, un sondaggio condotto nel 2025 da Coinbase ed EY-Parthenon ha rilevato che l'83% degli investitori istituzionali prevede di aumentare la propria esposizione alle criptovalute, con quasi il 60% pronto ad allocare più del 5% del proprio patrimonio gestito in asset digitali.
Stando a Standard Chartered, circa il 61% delle società quotate in borsa controlla già oltre il 3% dell'offerta totale di Bitcoin, pari a 21 milioni di token.
Crolla la fiducia negli exchange dopo il crollo di FTX
A seguito del crollo di FTX avvenuto a fine 2022, Bitcoin ha registrato un drastico mutamento nei flussi degli exchange, come si evince dal grafico di Glassnode.
Il volume netto dei trasferimenti (barre rosse) mostra deflussi sostenuti fino alla prima metà del 2023, marcando uno dei periodi di maggior prelievo nella storia di Bitcoin.
Da novembre 2022 a maggio 2023, i deflussi settimanali hanno ripetutamente superato i 10.000 BTC, per un totale di oltre 200.000 BTC ritirati dagli exchange centralizzati.
Ciò suggerisce una diminuzione della fiducia nei crypto exchange dopo il crollo di FTX, accelerando i prelievi di Bitcoin a favore della self-custody e di piattaforme alternative per il trading.