Il governatore della Banca del Messico, Alejandro Díaz de León, ha respinto l'idea che Bitcoin (BTC) possa mai diventare una valuta a corso legale nel Paese, citando la volatilità dei prezzi come un enorme ostacolo verso l'adozione a tale scopo.

In una recente intervista con Reuters, il governatore Díaz de León ha dichiarato che la posizione di Bitcoin nel sistema finanziario odierno è più comparabile a quella dei metalli preziosi che al denaro fiat distribuito dalle banche centrali.

In netto contrasto con l'adozione di Bitcoin da parte di El Salvador, il cui governo ha imposto ai commercianti locali di accettare pagamenti in BTC, Díaz de León non pensa che la criptovaluta sia utilizzabile come valuta a corso legale:

"Quando qualcuno riceve Bitcoin in cambio di un bene o servizio, riteniamo che la transazione sia comparabile al baratto, perché quella persona ha scambiato un bene per un altro bene, non denaro per un bene."

Díaz de León ha anche evidenziato il rischio intrinseco rappresentato dall'estrema volatilità delle criptovalute: una caratteristica sfruttata a proprio vantaggio dal governo salvadoregno che, dopo aver ufficialmente riconosciuto Bitcoin come moneta a corso legale, ha investito 10 milioni di dollari nell'asset proprio durante il recente dip.

Il governatore della banca centrale del Messico ha sottolineato la necessità che la valuta sia stabile in termini sia di valore che di esecuzione dei pagamenti:

"Le persone non vogliono che il loro potere d'acquisto, il loro stipendio, possa salire e scendere del 10% da un giorno all'altro. Non vuoi questo genere di volatilità per il potere d'acquisto. In tal senso, non è una buona riserva di valore."

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Le autorità messicane hanno di recente emesso un avvertimento contro le istituzioni finanziarie del Paese, ricordando che non possono per legge gestire criptovalute.