La quota di mercato dell’ETF su Bitcoin di BlackRock ha superato il 50%, consolidando la sua leadership nonostante un'ondata di vendite che ha colpito gran parte degli emittenti statunitensi.
BlackRock, il più grande asset manager al mondo, detiene ora oltre 56,8 miliardi di dollari in Bitcoin (BTC), pari al 50,4% delle partecipazioni complessive degli emittenti di ETF negli Stati Uniti. Complessivamente questi gestiscono oltre 112 miliardi di dollari, secondo i dati di Dune.
Questo traguardo è stato raggiunto a poco più di un anno dal debutto dei primi ETF su Bitcoin spot negli Stati Uniti, avvenuto l'11 gennaio 2024.
Market share degli emittenti di ETF su Bitcoin. Fonte: Dune
Negli ultimi giorni, gli ETF su Bitcoin hanno registrato tre sessioni consecutive di vendite, con deflussi netti cumulativi in data 20 febbraio pari a oltre 364 milioni di dollari. Di questi, 112 milioni provengono dall’iShares Bitcoin Trust ETF (IBIT) di BlackRock, secondo i dati di Farside Investors.
Flussi degli ETF statunitensi su Bitcoin. Fonte: Farside Investors
Gli investimenti negli ETF hanno svolto un ruolo chiave nel rally del Bitcoin nel 2024: hanno infatti rappresentato circa il 75% dei nuovi investimenti a febbraio dello scorso anno, quando BTC ha nuovamente oltrepassato la soglia dei 50.000$.
Bitcoin rimane forte, nonostante i deflussi
Nonostante i deflussi, Bitcoin continua a dimostrare la sua resilienza. Secondo Marcin Kazmierczak, co-fondatore e COO di RedStone, la price action di BTC suggerisce che gli ETF non siano l’unico motore del mercato:
"Fattori come la liquidità generale, l’accumulo istituzionale e le tendenze macroeconomiche stanno svolgendo un ruolo cruciale."
Ma alcuni esperti hanno espresso preoccupazione per la recente stagnazione di BTC. Samson Mow, CEO di Jan3 e fondatore di Pixelmatic, ha suggerito che il prezzo potrebbe essere oggetto di manipolazione:
"Sembra una sorta di soppressione del prezzo. Se osserviamo l’andamento degli ultimi mesi, vediamo un picco, seguito da una fase di stabilizzazione e movimenti laterali. Potrebbe trattarsi di un consolidamento, ma sembra tutto molto artificiale."
"La fascia di prezzo in cui ci troviamo non appare naturale", ha aggiunto, alimentando il dibattito sulla possibilità di un intervento esterno che influenzi le dinamiche di mercato.