Continua il nostro reportage sulla Blockchain Week Rome, la più grande conferenza in Italia dedicata al mondo delle criptovalute. All’evento abbiamo intervistato Maria Woncisz, Country Manager per l’Italia e la Francia dell’exchange Luno, lanciato ufficialmente nel nostro paese a febbraio di quest’anno.
Abbiamo anche in questo caso avviato la discussione chiedendo la sua opinione sull’Italia e sulla nostra comunità.
“Luno è ufficialmente approdato in Italia nei primi mesi di quest’anno”, ha affermato Woncisz. “È stata un’ottima esperienza, e onestamente l’Italia ci sta regalando molte soddisfazioni. È presente un notevole interesse nelle criptovalute, ma anche parecchia consapevolezza: abbiamo riscontrato un enorme successo in Italia rispetto agli altri mercati europei. Non sono tuttavia ancora presenti normative specifiche per il settore, e stiamo pertanto lavorando a stretto contatto con organi di regolamentazione e altri membri dell’industria, in molti casi anche concorrenti, per poter operare in Italia nel pieno rispetto delle leggi.”
Riguardo in particolar modo a quest’ultimo punto, abbiamo domandato se la mancanza di regolamentazioni chiare renda il lavoro di un’azienda più complesso, o al contrario consenta di muoversi in maniera più libera nel settore.
Nel caso specifico di Luno, spiega Woncisz, la struttura normativa insufficiente attualmente presente in Italia non rappresenta realmente un ostacolo:
”Questa situazione non rende il nostro lavoro più complesso, in quanto Luno è un’azienda autoregolamentata. Abbiamo iniziato il nostro percorso di crescita come compagnia B2B, lavorando per le banche, per poi passare a Bitcoin. Per tale motivo, verifichiamo che i nostri processi AML e KYC siano sempre all’altezza degli standard imposti dalle banche.
È tuttavia un peccato che la nostra azienda non possa essere riconosciuta come un’entità regolamentata e conforme alla legge, in quanto molte persone non si avvicinano al settore delle criptovalute proprio a causa di questa mancanza di legittimità.
Ricapitolando, non temiamo l’introduzione di regolamentazioni estremamente rigide, poiché siamo già pronti a rispettarle: al contrario, speriamo che vengano adottate il prima possibile. Al tempo stesso, dobbiamo lavorare a stretto contatto con le autorità per impedire che vengano presentate normative che possano ostacolare lo sviluppo dell’industria.”
Abbiamo infine chiesto per quale motivo Luno ha deciso di supportare soltanto Bitcoin ed Ethereum, e non altre criptovalute. Woncisz ha spiegato che la piattaforma mira a diventare una sorta di prima tappa per coloro che si stanno avvicinando al settore, e non sarebbe saggio esporre questi utenti ancora alle prime armi alle oltre 2.000 monete attualmente esistenti:
"Penso che questo approccio renda Luno un ambiente più sicuro per gli investitori. Questo non significa che non aggiungeremo mai nessun'altra moneta, ma le nostre politiche a riguardo sono molto rigorose. Pianifichiamo ad esempio di supportare soltanto criptovalute decentralizzate: abbiamo ricevuto numerose richieste per Ripple, ma si tratta di un asset centralizzato ed è stato subito rifiutato."
L’intervista è stata condotta da Kristina Lucrezia Cornèr, Assistant Editor-in-Chief, Head of Features di Cointelegraph.com.