Durante la recente Blockchain Week Rome, la più grande conferenza in Italia dedicata al mondo delle criptovalute, abbiamo potuto chiacchierare faccia a faccia con Paige Peterson, Community Manager di Zcash.

Zcash (ZEC) è una criptovaluta relativamente recente, che permette ai propri utenti di condurre transazioni private su una blockchain pubblica. La moneta utilizza il medesimo algoritmo di Bitcoin, ma modificato appositamente per incrementare il livello di privacy della rete.

Abbiamo innanzitutto chiesto a Peterson di raccontare della propria esperienza in Italia e del suo rapporto con la community del nostro paese.

Trovo la comunità italiana molto interessante, perché è come se si trovasse ancora ad uno stadio meno evoluto rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti”, ha affermato la donna. “Credo che in Italia sia presente un potenziale molto alto.

Per quanto riguarda invece il progetto Zcash, e ciò che lo rende differente rispetto al resto del mercato, Peterson ha dichiarato:

“Penso che la principale forza motrice della comunità di Zcash sia la consapevolezza che la privacy è un concetto fondamentale quando si tratta di comunicazione, non è qualcosa a cui è possibile pensare soltanto in un secondo momento.”

Peterson ha infatti spiegato che, agli albori di internet, erano presenti svariati metodi di comunicazione, ma nessuno di essi poneva alcuna enfasi sulla sicurezza. Come si può facilmente immaginare, questa carenza è divenuta un serio problema quando la gente ha iniziato ad effettuare pagamenti in rete.

Per tale motivo, da dieci anni a questa parte il mondo della rete ha posto parecchia enfasi sull’incremento del livello di privacy e sicurezza dei servizi. Zcash desidera applicare il medesimo principio al settore delle monete digitali:

“Zcash si distingue dalle altre criptovalute, che pubblicano per intero i dati delle transazioni. È vero, è importante riuscire a verificare che i dati siano corretti e assicurare che il registro sia valido. Ma è possibile ottenere il medesimo risultato con alcune tecnologie di criptazione, come ad esempio Zero Knowledge Proof, che consente di verificare i dati e al tempo stesso impedire che tutti possano visualizzarli.”

A giugno di quest’anno la Electric Coin Company, vale a dire l’azienda che sta dietro a Zcash, ha annunciato di voler rendere la propria criptovaluta “utilizzabile da dieci miliardi di persone entro il 2050”. A tale scopo, la compagnia sta valutando la possibilità di implementare lo sharding, il medesimo meccanismo di scalabilità che verrà in futuro integrato sulla rete di Ethereum.

Peterson ha confermato che la scalabilità rappresenta una priorità per l’azienda, ma per il momento non è ancora stata scelta una soluzione definitiva:

“Sappiamo che entro i prossimi due anni vorremmo trovare una soluzione, pertanto inizieremo fin da adesso con la ricerca. Lo sharding è soltanto una delle tante possibilità. [...] La cosa positiva è che molte altre criptovalute hanno già compiuto la medesima ricerca, e possiamo studiare i loro risultati per compiere una decisione più consapevole. [...] Si tratta di un progetto notevole, dovremo riconsiderare il funzionamento stesso della rete e del protocollo.”

Abbiamo infine chiesto se la compagnia presenta altre priorità, oltre all'incremento della scalabilità discusso in precedenza. A tal proposito, Peterson ha spiegato che al momento Zcash presenta due differenti tipologie di indirizzi, “transparent” e “shielded”. I primi sono molto simili agli indirizzi pubblici del protocollo di Bitcoin, e possono pertanto essere visualizzati da ogni singolo utente della rete. Al contrario, i secondi consentono di criptare i dati delle transazioni, garantendo la privacy dello scambio.

La Electric Coin Company vorrebbe incrementare il livello d’adozione degli indirizzi shielded, e un giorno rimuovere del tutto quelli transparent.

L’intervista è stata condotta da Kristina Lucrezia Cornèr, Assistant Editor-in-Chief, Head of Features di Cointelegraph.com.