Stando a quanto riportato da CNBC in data 23 febbraio, nel 2017 il produttore cinese di dispositivi per il mining Bitmain avrebbe generato maggiori profitti rispetto alla storica azienda americana di schede grafiche Nvidia.

Secondo un rapporto pubblicato il 21 febbraio dalla società di ricerca Bernstein, lo scorso anno la giovane Bitmain ha generato profitti tra i 3 ed i 4 milioni di dollari; Nvidia invece, fondata 24 anni fa, nello stesso periodo ha guadagnato 3 miliardi di dollari.

Bitmain, fondata nel 2013 da Jihan Wu e Micree Zhan, utilizza schede Application-Specific Integrated Circuit (ASIC) per il mining di Bitcoin (BTC), produce i popolari dispositivi per il mining AntMiner, e gestisce le cosiddette "mining pool", un sistema che permette ai miner di criptovalute di condividere sia potenza di calcolo che guadagni.

Le schede grafiche prodotte da Nvidia vengono principalmente acquistate dai miner alle prime armi, che preferiscono convenzionali GPU rispetto a dispositivi ASIC specializzati, più potenti ma anche molto più costosi.

L'analisi di Bernstein svela che Bitmain al momento controlla tra il 70% e l'80% del mercato dei Bitcoin miner e delle schede ASIC. Nonostante gran parte dei profitti siano dovuti alla vendita di tali dispositivi, una piccola percentuale dei ricavi deriva dalla "riscossione di commissioni per la gestione delle mining pool operate dall'azienda, nonché affittando la potenza computazionale delle proprie mining farm attraverso servizi in cloud."

L'impennata dei prezzi del BTC a cui abbiamo assistito lo scorso anno ha anche contribuito ai profitti di Bitmain. Il rapporto di Bernstein scrive infatti che "intelligentemente Bitmain modifica i prezzi dei propri dispositivi di mining in base al valore corrente del Bitcoin."

Quando a dicembre dello scorso anno il valore del BTC superò quota 20.000$, il prezzo di un Antminer S9 arrivò a quasi 5.000$!

Il produttore taiwanese TSMC che fornisce processori ASIC a Bitmain ha recentemente firmato un contratto con Samsung. Gli analisti di Bernstein affermano che la relazione di Bitmain con TSMC "ha fruttato all'azienda produttrice di chip tra il 2% ed il 3% dei profitti totali."

In seguito alla repressione da parte della Cina dell'industria delle criptovalute, compreso il divieto sia per le Initial Coin Offering (ICO) che per le piattaforme di exchange straniere, Bitmain ha tentato di evitare le regolamentazioni fondando mining farm in Canada e in Svizzera, una mining pool sussidiaria in Israele, ed una sede regionale a Singapore.

I "giganteschi fondi" di Bitmain, nonché il fatto che si occupa principalmente di vendere processori ai miner, non di mining vero e proprio, proteggono la compagnia dai repentini crolli del mercato come quelli dell'ultimo mese, quando il prezzo del BTC scese sotto i 7.000$.