Mentre gli Stati Uniti portano avanti il loro piano di creare una Riserva Strategica di Bitcoin, cresce la speculazione su una possibile risposta della Cina con una propria strategia nazionale sulle criptovalute.

Il 7 marzo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo per istituire una "Riserva Strategica di Bitcoin" e una "Scorta di Asset Digitali", inizialmente finanziate con Bitcoin e altri asset digitali confiscati in vari casi criminali.

Con il cambiamento della posizione statunitense su BTC, la Cina potrebbe muoversi in una direzione simile per non rimanere indietro. Il 3 marzo, David Bailey ha affermato che Pechino potrebbe essere al lavoro su una strategia per rispondere all’ordine esecutivo di Trump.

Secondo Bailey, la Cina avrebbe tenuto riunioni a porte chiuse su Bitcoin sin dalle elezioni statunitensi del 2024, sebbene non vi siano conferme ufficiali.

Fonte: David Bailey

Quanti Bitcoin possiede attualmente la Cina? 

Se la Cina dovesse adottare una strategia di riserva in Bitcoin, le sue partecipazioni potrebbero competere con quelle degli Stati Uniti. Attualmente il governo statunitense detiene 198.109 BTC, per un valore di oltre 17 miliardi di dollari.

David Sacks, responsabile dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca, ha dichiarato che gli Stati Uniti non venderanno i Bitcoin della riserva, trattandoli invece come uno store of value a lungo termine. Il governo prevede inoltre di attuare "strategie budget-neutral" per acquisire ulteriori BTC.

La Cina, dal canto suo, non ha mai rivelato ufficialmente le proprie partecipazioni in Bitcoin né eventuali strategie di vendita. Ciò che sappiamo con certezza è che, nel 2020, le autorità cinesi hanno confiscato quasi 195.000 BTC dallo schema Ponzi PlusToken. Una sentenza del Tribunale di Yancheng ha stabilito che i profitti derivanti dalla vendita dei crypto-asset fossero destinati al tesoro nazionale.

Il 23 gennaio, Ki Young Ju, fondatore e CEO di CryptoQuant, ha ipotizzato che la Cina potrebbe in realtà aver già venduto quei Bitcoin. A suo parere è improbabile che un Paese come la Cina sia interessato a una moneta resistente alla censura, ma ha sottolineato che si tratta di una sua opinione personale.

Se la Cina detenesse ancora queste riserve e seguisse la strategia statunitense, diventerebbe uno dei maggiori detentori di BTC al mondo.

L'adozione statunitense dà il via alla corsa al Bitcoin

In un post su X del 7 marzo, il CEO di Jan3, Samson Mow, ha dichiarato che, sebbene alcuni sostenitori di Bitcoin minimizzino l'importanza della Riserva Strategica poiché gli Stati Uniti non hanno direttamente acquistato BTC, il suo impatto sarà enorme.

Mow ha affermato che questo evento segna l’inizio della "vera corsa" per l’adozione del Bitcoin tra gli Stati nazionali. Ha inoltre evidenziato che esistono modi "a costo zero per il bilancio" per acquisire BTC, come l’emissione di obbligazioni o la vendita di oro.

Secondo Mow, gli Stati Uniti possiedono solo 112.000 BTC o meno, poiché una grande parte delle loro partecipazioni dovrà essere restituita all’exchange Bitfinex: "Ciò metterebbe la Cina in pole position con 194.000 BTC."

Mow ha infine sottolineato che gli Stati Uniti probabilmente non accetteranno di perdere il primato rispetto alla Cina e potrebbero intensificare il loro accumulo di Bitcoin.

China, United States, Bitcoin Reserve

Lista delle nazioni che detengono BTC. Fonte: Jan3

Mentre la posizione di Pechino sulle riserve di Bitcoin rimane incerta, i legislatori di Hong Kong stanno esplorando il potenziale d'adozione di BTC all’interno del quadro "un Paese, due sistemi" cinese.