Secondo quanto riferito, alcuni colossi tecnologici cinesi, tra cui Ant Group e JD.com, avrebbero sospeso i piani per l'emissione di stablecoin a Hong Kong dopo che le autorità di regolamentazione di Pechino hanno manifestato timori riguardo alle valute digitali controllate da privati.

Stando al Financial Times, che ha riportato la notizia domenica citando fonti vicine alla vicenda, le società avrebbero ricevuto istruzioni dalla Banca popolare cinese (PBoC) e dall'Amministrazione cinese del cyberspazio (CAC) di sospendere tali iniziative.

“La vera preoccupazione delle autorità di regolamentazione è chi detiene il diritto finale di coniare moneta: la banca centrale o le società private presenti sul mercato?”, spiega al FT un informatore a conoscenza delle discussioni.

Entrambe le società avevano manifestato interesse all’inizio dell’anno a partecipare al programma pilota di stablecoin di Hong Kong o a lanciare prodotti finanziari tokenizzati come le obbligazioni digitali.

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Slancio delle stablecoin di Hong Kong incontra un ostacolo

Hong Kong ha iniziato ad accettare le richieste di emissione di stablecoin nel mese di agosto. Inizialmente, i funzionari della Cina continentale avevano considerato il programma come un'opportunità per promuovere le stablecoin ancorate al renminbi e ampliare la presenza internazionale dello yuan.

Tuttavia, lo slancio ha subito un rallentamento quando Ye Zhiheng, direttore esecutivo della divisione intermediari della Hong Kong Securities and Futures Commission (SFC), ha avvertito che il nuovo quadro normativo della città in materia di stablecoin ha accresciuto il rischio di frodi.

Sede centrale della Banca popolare cinese, Pechino. Fonte: Wikimedia

Le dichiarazioni di Ye hanno fatto seguito alle perdite a doppia cifra registrate dalle società di stablecoin operanti a Hong Kong il 1° agosto, subito dopo l'entrata in vigore della nuova normativa sulle stablecoin.

Il mese scorso, l'agenzia finanziaria cinese Caixin ha riferito che Pechino aveva limitato l'attività delle stablecoin a Hong Kong. Tuttavia, l'articolo è stato rimosso poco dopo la pubblicazione, mettendo in dubbio la veridicità delle affermazioni riportate.

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Cina fa marcia indietro su spinta alla tokenizzazione di Hong Kong

Il mese scorso, secondo quanto riferito, l'autorità di vigilanza cinese sui titoli avrebbe anche ordinato a diverse società di intermediazione locali di sospendere le loro attività di tokenizzazione di asset reali (RWA) a Hong Kong, a testimonianza del crescente disappunto di Pechino per la rapida espansione delle iniziative offshore nel settore degli asset digitali.

La decisione è stata attuata in un momento di forte crescita della tokenizzazione nel Paese. La scorsa settimana, CMB International Asset Management (CMBI), una filiale con sede a Hong Kong di una delle principali banche commerciali cinesi, China Merchants Bank (CMB), ha tokenizzato il proprio fondo monetario (MMF) da 3,8 miliardi di dollari su BNB Chain.