Stando a quanto riferito l'8 giugno dal sito di notizie locale Diario Bitcoin, alcune banche colombiane hanno chiuso tutti i conti dell'exchange di criptovalute sudamericano Buda.com.

Il sito riporta una email inviata dalla compagnia ai suoi clienti, che conferma la chiusura dei conti senza fornire spiegazioni aggiuntive.

Subito dopo la notizia, l'exchange ha avvisato i clienti della comparsa di "difficoltà tecniche", dichiarando che sarebbe tornato completamente operativo il 13 giugno.

Il CEO di Buda Alejandro Beltran ha confermato la situazione a Cripto247, facendo anche i nomi delle tre banche che hanno bloccato i conti degli exchange: Bancolombia, BBVA e Davivienda.

Secondo Cripto 247, la decisione delle banche è stata influenzata da una lettera interna inviata dall'ufficiale di controllo finanziario colombiano a febbraio. Questa ricordava agli istituti bancari di non essere autorizzati a interagire con piattaforme che si occupano di criptovalute.

Tuttavia, Beltran ha dichiarato ai giornalisti di aver interpretato la lettera come un "consiglio" che le banche non sono in effetti obbligate a rispettare.

Il 7 giugno, lo stesso giorno in cui le banche hanno chiuso i conti di Buda, il Senato colombiano ha tenuto un dibattito sul potenziale delle criptovalute e della tecnologia blockchain nel paese. Il senatore del partito della Green Alliance Antonio Navarro Wolff ha affermato che le blockchain "potrebbero cambiare la vita dei colombiani".

Come riportato a marzo da Cointelegraph, Buda aveva già affrontato problemi legali quando alcune banche cilene chiusero i suoi conti insieme a quelli di altre due exchange di criptovalute. Successivamente, le tre piattaforme avviarono una causa legale.

Più tardi, ad aprile, la corte anti-monopolio del Cile si schierò dalla parte di Buda e ordinò la riapertura dei conti correnti bloccati.