Man mano che gli utenti acquisiscono maggiore dimestichezza con gli asset digitali, una domanda viene posta sempre più spesso: "Cosa succede se non dichiaro le criptovalute?"

Secondo un’analisi di fine 2021, il 18% degli Italiani le utilizza o le ha utilizzate in passato, mentre il 44% intende farlo in futuro. Ma indipendentemente dai motivi che potrebbero spingere le persone ad avvicinarsi a questo mondo, il risultato non cambia: il fenomeno di cui stiamo parlando non è destinato a pochi intimi, ma sta al contrario diventando sempre più mainstream. Trattandosi di beni dalle molteplici funzioni tra i quali la speculazione, la componente delle tasse entra a gamba tesa nel bel mezzo della discussione. Ma cosa dice il fisco italiano in merito?

Quali sono le possibili sanzioni?

Abbiamo in passato trattato l’argomento criptovalute sotto diversi punti di vista: dall’inquadramento in bilancio aziendale alla quantificazione delle imposte. In queste sede ci limiteremo ad esaminare le sanzioni dovute per la mancata compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi.

Cos’è il quadro RW? In sostanza è un prospetto che il contribuente deve compilare per adempiere agli obblighi di monitoraggio fiscale. Praticamente i residenti in Italia sono obbligati ad inserire in tale sede le attività estere di natura finanziaria. Ma le criptovalute cosa c’entrano con gli investimenti all’estero? Ad oggi un orientamento dell’Agenzia delle Entrate del 2016 considera le criptovalute alla stregua di valute estere, quindi meritevoli di essere inserite nel quadro RW. Per questo motivo il contribuente dovrebbe inserire il tale prospetto il controvalore in euro di tutte le criptovalute detenute nella totalità dei suoi wallet alla data del 31 dicembre. E se non lo fa? Ebbene, l’omessa o irregolare compilazione del quadro RW prevede una sanzione dal 3% al 15% del valore dei possedimenti non dichiarati.

Tuttavia, nel caso in cui la dichiarazione sia presentata entro 90 giorni dal termine, la sanzione applicata ammonta a 258€. Facciamo un esempio pratico: il termine per il deposito della dichiarazione 2021 sui redditi 2020 era il 30 novembre 2021; quindi il termine di 90 giorni è scaduto il 28 febbraio 2022.

In realtà, se entro il 28/02/22 è stata trasmessa la dichiarazione con il quadro RW corretto, sarebbe stato possibile sfruttare l’istituto del ravvedimento operoso che permette pagare la sanzione di 258€ ridotta a un nono: quindi 28,67€. Ricordiamo che la compilazione del quadro RW non fa emergere reddito imponibile, per cui la quantità di criptovalute dichiarate non sarà soggetta a tassazione.

Le criptovalute possono però essere tassate in caso di plusvalenza: vi invitiamo pertanto a leggere questo nostro contributo in merito. In quest’ultimo caso, ovvero di plusvalenza da cessione di criptovalute soggetta a tassazione, la situazione muterebbe. Ci troveremmo di fronte ad una dichiarazione infedele che, se integrata entro 90 giorni, avrebbe come conseguenza il pagamento delle seguenti sanzioni:

  • 250€ riducibile a un nono (27,78€);
  • il versamento delle imposte pari al 26% delle plusvalenze;
  • gli interessi legali (1,25% dal primo gennaio 2022);
  • la sanzione del 30% delle imposte tardivamente versate, potenzialmente riducibile a 1/8.

Decorsi 90 giorni, sono ancora in tempo per dichiarare le criptovalute tramite il quadro RW?

Certamente sì, ma in questo caso le sanzioni non si limiteranno a pochi euro ma sarebbero applicate nella misura del 3% o del 15% (potenzialmente riducibili a 1/8) del valore delle criptovalute non dichiarate. In conclusione, la risposta alla domanda “Cosa succede se non dichiaro le criptovalute?” è molto semplice: si rischia pesantemente di incorrere in sanzioni.

Ricordiamo tuttavia che si tratta di un tema che è in continua evoluzione, per cui consigliamo sempre di farsi affiancare da dei consulenti preparati per evitare brutte sorprese in futuro.

Giammarco Brega (Studio Brega) è un Dottore Commercialista e Revisore Legale classe 1988. Si occupa di consulenza fiscale e finanziaria, business planning e finanza agevolata.
Nel 2015 ha costituito insieme ad un amico la CB Digital Company Srl, una società che si occupa di social media marketing, con un duplice obiettivo: affiancare brand multinazionali nello sviluppo di strategie di comunicazione e favorire la digitalizzazione delle PMI.
Ama discutere di innovazione: da qualche anno a questa parte la tecnologia blockchain e le dinamiche della token economy sono diventate la sua passione, e favorirne l’impiego da parte delle PMI uno dei suoi obiettivi.