Come riporta BitMEX Research, in base alla sentenza emessa il 14 Marzo dal giudice James Mellor nel Regno Unito, Craig Wright non è Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo creatore della rete Bitcoin.
Il 12 Marzo sono iniziate a Londra le arringhe finali nella causa intentata dal Crypto Open Patent Alliance (COPA) contro Wright, un informatico australiano che dal 2016 sostiene di essere Nakamoto.
Il COPA chiedeva un provvedimento ingiuntivo per impedire a Wright di continuare a sostenere di essere Nakamoto. Wright è stato accusato di aver falsificato numerosi documenti a sostegno della sua affermazione di essere lo pseudonimo fondatore di Bitcoin. Secondo la documentazione conclusiva del COPA:
"È stato dimostrato che il Dr. Wright ha mentito in modo straordinario. [...] Ha inventato un'intera storia biografica, producendo una tranche dopo l'altra di documenti falsi a sostegno".
Il processo è iniziato il 5 Febbraio. Wright si era offerto di risolvere il caso in via extragiudiziale il 24 Gennaio, ma il COPA ha rifiutato.
Il COPA è stato fondato nel 2020 "per incoraggiare l'adozione e il progresso delle tecnologie legate alle cripto e per eliminare i brevetti quali barriere alla crescita e all'innovazione". Tra i suoi 33 membri figurano Coinbase, Block, Meta, MicroStrategy, Kraken, Paradigm, Uniswap e Worldcoin.
Nel 2023, Wright ha citato in giudizio 13 sviluppatori di Bitcoin Core e un gruppo di aziende, tra cui Blockstream, Coinbase e Block, per violazione del copyright relativo al white paper di Bitcoin, al suo formato file e ai diritti sul database della blockchain Bitcoin.
In risposta alla causa, il Bitcoin Legal Defense Fund ha dichiarato:
"Per anni, importanti collaboratori della community Bitcoin sono stati oggetto di cause legali ingiuriose [...] Queste cause sono frivole ma efficaci. Molti sviluppatori hanno deciso che non vale la pena spendere tempo, stress, denaro e rischi legali per continuare a lavorare su Bitcoin".
Nel 2019 Wright ha depositato negli Stati Uniti la registrazione del copyright per il white paper di Bitcoin e per il codice in esso contenuto.
Attualmente il white paper di Bitcoin è soggetto a una licenza open-source MIT, che consente a chiunque di riutilizzare e modificare il codice per qualsiasi scopo. Un'ingiunzione del tribunale impedirebbe a Wright di avanzare ulteriori richieste di copyright su di esso.