In una serie di tweet pubblicati mercoledì, Paul Krugman, noto critico delle criptovalute ed economista vincitore del premio Nobel, ha affermato che Bitcoin (BTC) potrebbe benissimo sopravvivere all’infinito, ma solo sotto forma di culto fondamentalmente inutile.

Le parole dure di Krugman hanno seguito un crollo del mercato che ha visto diverse monete perdere quasi il 50% del loro valore ed è risultato in un taglio di quasi 1.000 miliardi di dollari al market cap complessivo, prima che la ripresa riportasse parte della somma.

Non parlo molto di Bitcoin perché non ci sono fondamentali di cui discutere,ha twittato Krugman, che ha iniziato a scrivere a proposito di Bitcoin nel 2013 sul suo blog per il New York Times, definendolo allora “malvagio.”

BTC non è una nuova innovazione; esiste dal 2009 e in questi anni nessuno sembra aver trovato un valido uso legale. Non è un mezzo di scambio pratico; non è una riserva di valore stabile; non è assolutamente un’unità di conto,ha aggiunto Krugman, prendendo di mira i due casi d’uso generalmente attribuiti a Bitcoin: mezzo di pagamento e riserva di valore.

Anche se i fedeli crypto sono pronti a difendere Bitcoin da qualsiasi attacco (percepito o reale), le critiche di Krugman si uniscono a quelle di molte figure nel settore delle criptovalute convinte che negli ultimi anni l’utilità di Bitcoin sia stata ostacolata da decisioni di sviluppo sconsiderate e incaute.

Per esempio, verso la fine di aprile la commissione di transazione media di Bitcoin è arrivata a 62,77$: una singola statistica che annienta la reputazione attribuita a Bitcoin di valuta per i pagamenti quotidiani. Questo è dovuto soprattutto alle dimensioni dei blocchi di Bitcoin, ancora limitate a 1MB (le applicazioni di terze parti incrementano lievemente questa cifra), pur essendo capace di un throughput molto più elevato.

Nel 2017, il dibattito sulle dimensioni dei blocchi ha causato una frattura nella comunità di Bitcoin e ha visto la fazione dei blocchi grandi allontanarsi per formare Bitcoin Cash (BCH). Bitcoin Cash ha aumentato le dimensioni dei blocchi del protocollo originale prima a 8MB e poi a 32MB, nel tentativo di realizzare la visione del denaro elettronico peer-to-peer presentata da Satoshi Nakamoto nel suo white paper.

Il rifiuto degli sviluppatori di Bitcoin di aumentare le dimensioni dei blocchi è stato seguito da un cambiamento di narrativa, in cui Bitcoin è stato ribattezzato “oro digitale”: una riserva di valore, non qualcosa da usare come valuta transazionale. Questa evoluzione è stata ritenuta necessaria, in quanto incrementare le dimensioni per includere più transazioni renderebbe la blockchain più pesante e richiederebbe nel tempo sempre più spazio di archiviazione agli operatori di nodi.

Gli oppositori della visione come oro digitale sostengono che lo spazio di archiviazione sta diventando sempre più economico, e non rappresenterebbe quindi un ostacolo per i potenziali miner e operatori di nodi. Dal 2015 il costo medio dello spazio di archiviazione per gigabyte è infatti sceso da 0,038$ al prezzo attuale di 0,021$. La blockchain di Bitcoin, pesante 400GB, ci starebbe 25 volte in un hard drive generico in vendita a circa 200$.

E mentre gli analisti sostengono che in futuro il prezzo di Bitcoin raggiungerà la stabilità, quel giorno non è ancora arrivato. La recente volatilità un ovvio promemoria di questa realtà, così come il costante flusso di grandi somme di BTC verso gli exchange centralizzati, mentre le whale cercano costantemente di trarre vantaggio dalle fluttuazioni di mercato.

Krugman ha precisato che il valore percepito di Bitcoin si basa sull’illusione che rappresenti una soluzione tecnologica al crollo imminente del sistema fiat, evento da lui definito una follia libertaria:

“Il suo valore si basa sulla percezione che sia un modo tecnologicamente sofisticato per proteggersi dall’inevitabile collasso del denaro fiat, che arriverà uno di questi giorni, o forse uno di questi secoli. O, come ho già detto, fantasie libertarie unite a ciance tecnologiche.”

Krugman è intervenuto dopo una settimana difficile per il settore crypto, porgendo un ramoscello d’ulivo avvolto da filo spinato ai sostenitori di Bitcoin. L’economista ha suggerito che la longevità di Bitcoin è assicurata, ma solo perché nuovi membri verranno reclutati costantemente nel suo “culto.

Ma ho smesso di prevedere fallimenti imminenti. Sembra ci sia sempre un nuovo gruppo di credenti. Forse andrebbe considerato un culto che può sopravvivere indefinitamente,ha concluso.