Satoshi Nakamoto è tornato attivo? Un indirizzo di Bitcoin (BTC), contenente 50 monete generate nel febbraio del 2009, ha effettuato la sua prima transazione dopo oltre 11 anni. In seguito a ulteriori ricerche si è scoperto che questi non erano BTC qualsiasi, bensì alcune delle valute rivendicate da Craig Wright.
40 BTC rimangono inattivi, 10 entrano in un mixer
La transazione in questione ha trasferito 50 BTC verso due indirizzi con una suddivisione 40/10: una separazione che ricorda la primissima trasmissione di Bitcoin, che ha visto Satoshi spostare 10 BTC verso il wallet dell'informatico Hal Finney.
Le transazioni in questione. Fonte: Blockstream Explorer.
Sebbene 40 di questi Bitcoin siano rimasti inattivi, Chainalysis ha scoperto che 10 BTC sono stati inviati a un servizio di mixing:
"Stiamo ancora esaminando la questione, ma sembra che 40 BTC siano stati inviati a un indirizzo legacy e non siano stati spesi, mentre 10 BTC sono entrati in un mixer. Vi manterremo informati in caso di ulteriori sviluppi."
Le transazioni in questione. Fonte: OXT Explorer.
Chainalysis ha poi pubblicato un aggiornamento:
"Sembra che alcune delle monete siano finite su Coinbase."
Il wallet appartiene a Craig Wright?
Ma la storia potrebbe essere molto più interessante. L'indirizzo contenente 50 BTC da oltre undici anni, 17XiVVooLcdCUCMf9s4t4jTExacxwFS5uh, è stato citato in un documento giudiziario appartenente al caso "Wright contro Kleiman".
In tale documento, Craig Wright sostiene che il wallet in questione sia di sua appartenenza.
Documento giudiziario secondo il quale "17XiVVooLcdCUCMf9s4t4jTExacxwFS5uh" apparterrebbe a Craig Wright
Abbiamo contattato Andres Rivero, l'avvocato di Craig Wright, per ottenere maggiori informazioni sull'accaduto. Purtroppo la sua risposta è stata la seguente:
"No comment. Vi contatteremo non appena saremo pronti a dire qualcosa in merito."
E se si scoprisse che non è stato Wright a spostare quei Bitcoin, allora forse quel wallet non gli è mai appartenuto. In tal caso, è possibile che l'informatico australiano non conosca le chiavi private di nessuno dei wallet da lui elencati.
In fondo, dato che Wright ha già mentito e presentato documenti falsi in tribunale, non sarebbe uno sviluppo poi così inaspettato.
Non è stato Satoshi, sostengono gli esperti
Nel frattempo abbiamo anche contattato alcuni dei maggiori esperti forensi di Bitcoin e domandato il loro parere sulla questione.
Secondo Sergio Demian Lerner, ricercatore di Bitcoin e autore di uno studio secondo il quale il patrimonio di Satoshi sarebbe equivalente a 1,1 milioni di BTC, questi fondi non sarebbero stati trasferiti da Nakamoto:
"Non ho idea [di chi sia stato]. Di sicuro non è stato Satoshi."
Parere condiviso anche dai ricercatori di Chainalysis:
"Abbiamo dato soltanto un'occhiata veloce, ma non pensiamo che sia stata opera di Satoshi."
Adam Back, noto ideatore di Hashcash, è della medesima opinione:
"La gente deve calmarsi. Se Satoshi stesse effettivamente vendendo le sue monete, di sicuro venderebbe quelle minate più di recente, non quelle più vecchie e anonime."
La reazione dei mercati
In seguito alla notizia, la capitalizzazione di Bitcoin è crollata di 6,5 miliardi di dollari. È possibile che gli investitori temessero che Craig Wright, il quale ripete da anni di essere il vero Satoshi Nakamoto, pianificasse di vendere tutti i suoi BTC così da uccidere il network della criptovaluta.
Contrazione del prezzo di Bitcoin. Fonte: TradingView
Il fatto che Bitcoin tanto vecchi siano stati improvvisamente spostati è di certo un evento significativo, ma queste monete non sono poi così rare: esistono ben 1,4 milioni di BTC rimasti inattivi da oltre dieci anni.
Bitcoin immobili da oltre dieci anni. Fonte: Glassnode.
La community delle criptovalute non si stanca mai di speculare sulla reale identità di Satoshi Nakamoto. Chissà, forse questa volta l'ideatore di Bitcoin deciderà di dare un taglio alle congetture e svelare una volta per tutte il suo volto.
Questo mese John McAfee, ideatore dell'omonimo software antivirus McAfee, ha affermato di conoscere la vera identità di Nakamoto. Pianificava di rivelare questa informazione al pubblico, ma ha cambiato idea dopo aver ricevuto una telefonata dallo stesso Satoshi.