Rob van Gijzel, ambasciatore della Dutch Blockchain Coalition, ha presentato un programma nazionale di ricerca incentrato sulla tecnologia Blockchain, commissionato dal Ministero degli Affari Economici dei Paesi Bassi. Il ministero ha creato un'apposita unità operativa, il "TopTeam ICT", incaricata di effettuare ricerche su ulteriori sviluppi della tecnologia Blockchain in campo tecnologico, legale, economico ed etico.

Il piano di ricerca delinea tre aree chiave, proposte come design brief, sulle quali lavorare affinché la blockchain sia adottata a livello nazionale "con un potenziale sociale positivo".

La prima si concentra sulla questione del trust, nelle istituzioni giuridiche e sociali che governerebbero la transizione alla blockchain e potrebbero addirittura essere "sostituite" da essa, nella veridicità e sicurezza delle informazioni sulla blockchain e nell'affidabilità tecnologica del ledger, nonché degli smart contract.

La seconda area affronta il tema della sostenibilità, evidenziando la necessità di un'analisi "tecno-economica" dei costi energetici, della scalabilità e della resilienza contro le acquisizioni ostili.

Infine, l'agenda si concentra sulla governance della blockchain, in termini di gestione dell'evoluzione tecnologica e di implementazione di infrastrutture e servizi blockchain. In particolare, solleva anche questioni come le disposizioni relative alla "privacy (incluso il diritto all'oblio) e alla gestione dell'identità", che sembrano essere modellate dal contesto delle leggi del regolamento generale sulla protezione dei dati dell'UE (GDPR), in vigore dal 25 maggio.

Molti governi nazionali cominciano a considerare soluzioni basate su tecnologia Blockchain. Ad aprile un parlamentare britannico ha sollevato la questione del ruolo che hanno le nazioni nell'impostare framework per i sistemi transfrontalieri e decentralizzati che si basano sulle blockchain. Entro fine 2019, la Cina rilascerà alcuni standard per promuovere lo sviluppo del settore blockchain a livello nazionale.