Secondo i dirigenti di due grandi banche centrali europee, le central bank digital currency, o CBDC, per il settore retail non richiedono l’uso della tecnologia blockchain.

Thomas Moser, un membro supplente nel consiglio direttivo della Banca nazionale svizzera, e Martin Diehl di Deutsche Bundesbank hanno fatto il punto sulle CBDC in occasione della conferenza European Blockchain Convention Virtual 2020 di lunedì.

Durante il dibattito online, sia Diehl che Moser si sono trovati d’accordo sul fatto che i progetti di CBDC retail globali non hanno bisogno della blockchain, citando diverse ragioni.

Moser ha spiegato che i casi d’uso principali della blockchain mirano a fornire fiducia quando un progetto non ha un’entità centrale. “Come ad esempio Bitcoin. Credo sia un ottimo caso d’uso per la blockchain,” ha continuato il dirigente.

Tuttavia, il coinvolgimento della banca centrale rende superfluo l’uso di questa tecnologia in una CBDC retail, in quanto la fiducia viene fornita da un’organizzazione centrale:

"Ma se hai una banca centrale, è questa l’entità centrale. E se ti fidi di questa entità centrale, credo non ci sia una chiara ragione per giustificare la necessità di una blockchain.”

In un commento a Cointelegraph, Moser ha sottolineato che la blockchain potrebbe comunque essere utile per le CBDC wholesale. Al contrario di quelle dedicate al settore retail, queste sono limitate a banche commerciali, organismi di compensazione o altre entità che tradizionalmente hanno avuto accesso alle riserve delle banche centrali. Secondo uno studio della nota società blockchain R3, a maggio erano in produzione solo CBDC wholesale.

Inoltre, Moser ha svelato che sta lavorando a una relazione di ricerca in cui viene proposta una CBDC retail senza blockchain. Secondo Moser, il progetto CBDC in arrivo preserverà la privacy delle transazioni, un elemento fondamentale del denaro contante, utilizzando la tecnologia delle firme cieche (blind signature) al posto della blockchain. Il dirigente ha aggiunto che il documento è stato co-prodotto dal crittografo ed esperto tecnologico David Chaum e da Christian Grothoff.

Diehl, direttore del dipartimento di analisi dei sistemi di pagamento presso Deutsche Bundesbank, ha commentato che la tecnologia blockchain non è necessaria per le CBDC, citando gli esempi di due importanti iniziative in questo ambito: lo yuan digitale cinese e la e-krona svedese. “Né la svedese Riksbank né la Banca Popolare Cinese sembrano usare la blockchain, quindi non è un must,” ha spiegato il dirigente.

Proseguendo, Diehl ha fatto notare come non abbia senso implementare blockchain pubbliche, o permissionless, per sistemi di CBDC. Fornendo un network per le principali criptovalute come Bitcoin (BTC) e Ether (ETH), le blockchain pubbliche non possono essere gestite da un’entità centrale e sono completamente aperte a chiunque desideri unirsi e partecipare. “Credo sia inconcepibile usare blockchain non permissioned per transazioni blockchain ufficiali,” ha affermato Diehl.

Come segnalato, la CBDC cinese, conosciuta anche con il nome di yuan digitale o digital currency electronic payment (DCEP), non utilizza tecnologia blockchain. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Sky Guo, CEO di Cypherium, il DCEP potrebbe implementare l’infrastruttura del progetto blockchain nazionale cinese, il Blockchain Service Network.