Alan Greenspan, ex Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, ha affermato che per le banche centrali "non ha alcun senso" emettere delle valute digitali. 

Nemmeno Libra ha alcun senso

Greenspan ha spiegato che il valore delle valute legali nazionali viene sostenuto dal credito sovrano, garantito soltanto dagli Stati nazionali e dalla loro ampia struttura istituzionale.

Nemmeno i colossi della tecnologia facenti parte del FAANG, un acronimo utilizzato nel mondo della finanza per indicare i titoli azionari delle aziende tecnologiche di maggior successo (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google), possono competere con la profondità e l'ampiezza dei mercati finanziari statunitensi:

"Il credito sovrano fondamentale degli Stati Uniti è di gran lunga superiore a qualsiasi cosa che Facebook possa immaginare."

Greenspan, nominato dal 40° Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, è divenuto celebre per aver guidato la Fed durante il crollo dei mercati azionari Black Monday del 1987, il boom del settore tecnologico dei primi anni '90, la crisi finanziaria messicana, asiatica e russa (1994, 1997 e 1998), e infine lo scoppio della bolla del dot-com nel 2000.

Tuttavia, in seguito alla crisi finanziaria del 2008, Greenspan è stato accusato di aver cementato le politiche che avrebbero poi messo in ginocchio il sistema finanziario globale.

China e Tunisia lanceranno delle criptovalute nazionali

La Banca Popolare Cinese potrebbe presto divenire la prima grande banca centrale al mondo ad emettere una criptovaluta nazionale. Anche la Tunisia ha recentemente avviato il processo che porterà alla digitalizzazione su blockchain della propria valuta nazionale.

Lo scorso mese due politici statunitensi hanno inviato una lettera a Jerome Powell, Presidente del consiglio d'amministrazione della Federal Reserve, nella quale sostenevano che l'adozione su larga scala delle valute digitali potrebbe mettere a rischio l'egemonia del dollaro:

"La Bank for International Settlements ha condotto una studio a livello internazionale, scoprendo che oltre 40 paesi in tutto il mondo hanno già sviluppato e stanno attualmente tentando di sviluppare una valuta digitale."