Questo mese Elrond Network, un network blockchain capace di elaborare fino a 100.000 transazioni al secondo, ha svelato l'acquisizione di Utrust, un popolare ecosistema per pagamenti in crypto. Abbiamo avuto occasione di intervistare Sanja Kon, CEO di Utrust, poco dopo l’annuncio dell’acquisizione.

Cointelegraph Italia: Ciao Sanja, piacere di conoscerti e grazie per averci concesso questa intervista. Per iniziare, parlaci un po’ di te: come hai scoperto il mondo delle criptovalute e qual è il tuo ruolo all’interno di Utrust?

Sanja Kon: Non avrei mai pensato di lavorare nel mondo delle crypto, prima facevo tutt’altro. Ho lavorato in Vodafone, eBay e PayPal – quindi prevalentemente nel mondo digital ed e-commerce – per oltre un decennio.

Nel 2017, dopo tanti anni in eBay, volevo vedere un po’ l’altra faccia della medaglia, ovvero quella dei pagamenti digitali. Sono passata a Londra, nel mercato UK, dove ho ricoperto il ruolo di Head of Marketplaces per conto di PayPal: il mio team si occupava della gestione dei pagamenti per le varie piattaforme marketplace. Per la prima volta compresi davvero cosa significava dover gestire il lato “payments” del mondo e-commerce, rimanendo molto stupita dal grado di inefficienza, specialmente nella gestione dei pagamenti internazionali.

Per risolvere questo problema, già al tempo mi venne l’idea di integrare un layer blockchain nella soluzione PayPal Marketplaces, così da rendere i pagamenti più economici. Iniziai pertanto a studiare le varie compagnie che stavano sviluppando sistemi di pagamento basati su blockchain e criptovalute.

Allora – circa all’inizio del 2018 – di Utrust non esisteva praticamente nulla: c’era soltanto un whitepaper con un’idea. Un’idea che però mi stupì molto. Scrissi quindi un messaggio su LinkedIn al founder del progetto, Nuno Correia, con il quale ho subito organizzato un incontro: discutendo ci siamo resi conto che la nostra collaborazione avrebbe prodotto grandi risultati.

Sono entrata in Utrust come co-founder nel 2018, e nel 2020 ho assunto il ruolo di CEO.

Questo è stato il mio passaggio al mondo delle criptovalute, un percorso alquanto inusuale: generalmente le persone scoprono prima Bitcoin e il trading, entrano nelle crypto principalmente per quello. Io sono invece rimasta affascinata dalla tecnologia, il mio obiettivo era risolvere un problema reale per i clienti di PayPal: incrementare il livello di convenienza ed efficienza dei pagamenti, specialmente quelli internazionali che ancora oggi lasciano molto a desiderare.

Tutti i payment gateway tradizionali sostengono di puntare al miglioramento dell’inclusione finanziaria, ma pochi lo fanno davvero. Le criptovalute invece consentono realmente di raggiungere questo obiettivo, per utilizzarle serve soltanto un dispositivo connesso a Internet: chiunque oggi può aprire un wallet e fare un pagamento in crypto.

Cointelegraph Italia: Di cosa si occupa Utrust, quali servizi offre la vostra azienda?

Sanja Kon: Utrust è una piattaforma tecnologica di pagamenti digitali, offriamo svariate soluzioni per soddisfare diversi segmenti di consumatore. Ci posizioniamo all’interno di un two-sided market: da una parte ci sono i commercianti, ovvero chi vende, e dall’altra invece gli acquirenti che pagano. I nostri principali clienti sono proprio i commercianti: ci rivolgiamo a chi possiede un’attività di e-commerce, a chi vende prodotti e servizi.

Offriamo diverse soluzioni: la prima è un payment gateway, che ci piace definire “lo Stripe dei pagamenti digitali.” Offriamo un’integrazione tramite le principali piattaforme plug-in come Magento, WooCommerce e simili.

Il processo d’integrazione è estremamente semplice, completabile da chiunque in pochi minuti: analogamente a ciò che Stripe fa sul mercato tradizionale, noi lo offriamo sulle criptovalute. Questo permette ai commercianti di accettare asset digitali come metodo di pagamento, e di fare settlement sia in valuta fiat che in crypto.

Ciò significa che i commercianti più tradizionali, che non vogliono un’esposizione alle criptovalute o non comprendono appieno come utilizzare tali asset, possono operare come hanno sempre fatto: tramite il nostro gateway permettono ai clienti di pagare in crypto, ma nel conto bancario ricevono normalissimo denaro fiat, ad esempio euro. Chi è invece più interessato al settore delle criptovalute può fare settlement direttamente in crypto.

Offriamo anche un’altra soluzione – chiamata “Invoicing” – dedicata ai commercianti che non possiedono un negozio e-commerce. Questa funzione permette di generare una fattura che può successivamente essere inviata a clienti e fornitori, per consentire loro di pagare in criptovalute. Questa soluzione va a coprire il mondo P2P, dei freelancer, delle aziende che desiderano pagare i propri dipendenti in crypto. Inoltre, proprio come il payment gateway, il settlement può essere completato sia in fiat che in criptovalute.

La terza e ultima soluzione per i commercianti è un desk OTC, utilizzato per transazioni di alto valore, come quelle che avvengono ad esempio nel settore immobiliare.

Per i consumatori abbiamo invece un wallet, chiamato Hold.io, che offre sia on-ramp che off-ramp: in altre parole, rende semplice spostare i propri fondi all’interno del mercato crypto e viceversa. Offriamo anche una carta di debito, che consente agli utenti di utilizzare asset digitali per effettuare acquisti nei negozi fisici.

Utrust è un ecosistema per pagamenti completo, con servizi sia per i commercianti che per i consumatori. La nostra soluzione offre notevoli vantaggi, primo fra tutti una significativa riduzione dei costi: rimuovendo dall’equazione i player tradizionali – come MasterCard, Visa e banche – siamo in grado di offrire commissioni molto vantaggiose. La fee è infatti soltanto dell’1%, senza alcuna spesa aggiuntiva nascosta. Una cifra parecchio inferiore rispetto alle commissioni richieste dai payment gateway tradizionali, che possono arrivare fino al 10%.

Un secondo vantaggio per i commercianti è l’eliminazione degli storni di pagamento, che sempre più spesso avvengono per motivi fraudolenti. Dato che Utrust si basa su blockchain, dove i pagamenti sono irreversibili, questo non è possibile. In tal modo eliminiamo tutti i costi legati ai chargeback, che oggi rappresentano una perdita di 40 miliardi di dollari all’anno per i commercianti.

La principale proposta di valore di Utrust è l’apertura del proprio business a moltissime persone desiderose di pagare in crypto. Si stima che ad oggi vi siano oltre 350 milioni di utenti in tutto il mondo che effettuano regolarmente acquisti con criptovalute, un numero che cresce sempre di più: ciò significa un maggior numero di potenziali clienti e, di conseguenza, di potenziali profitti.

Cointelegraph Italia: Utrust è stata recentemente acquisita da Elrond Network. Come è nato il rapporto fra queste due aziende, quali vantaggi offre Elrond rispetto alle altre blockchain layer-one?

Sanja Kon: Ci tengo innanzitutto a sottolineare che non eravamo originariamente intenzionati ad essere acquisiti da nessuno. Già prima della partnership con Elrond crescevamo a ritmi incredibili, mese dopo mese, sotto praticamente ogni punto di vista: valore delle transazioni, volumi, numero di utenti. Non abbiamo pertanto cercato un rapporto con Elrond con il fine di vendere la nostra piattaforma: l’idea iniziale era stringere una collaborazione al fine di integrare il loro network all’interno della nostra piattaforma. I nostri rapporti sono iniziati soltanto pochi mesi fa, l’acquisizione è avvenuta in tempi record.

Utrust è blockchain-agnostic: ciò significa che non possediamo una nostra blockchain, ma facciamo in modo di raggruppare all’interno di un unico ecosistema tutti i network che i nostri consumatori vogliono utilizzare. Elrond è stata, molto semplicemente, la prima piattaforma votata dalla nostra community.

Successivamente, lavorando a stretto contatto con il loro team, ci siamo resi conto che possiedono delle conoscenze tecniche e una velocità di mercato pazzesca. Dal canto suo Elrond desiderava creare una divisione payments: abbiamo quindi pensato di fondere le due aziende, per avere una velocità di mercato persino superiore e raggiungere un maggior numero di consumatori in tutto il mondo.

Ritengo sia qualcosa che vedremo accadere molto spesso nei prossimi mesi e anni nel mondo Web3: a mio parere, per crescere rapidamente in un mercato così dinamico è necessario unire le forze. Spesso i founder e i leader dei progetti peccano di eccessivo orgoglio, pensano di poter fare meglio da soli, ma la chiave per il successo è senza dubbio la collaborazione. Solo in questo modo è possibile raggiungere grandi risultati in tempi brevi.

Cointelegraph Italia: Uno dei punti chiave dell’acquisizione è l’introduzione del nuovo servizio “Merchant Yield:” puoi spiegarci a grandi linee di cosa si tratta?

Sanja Kon: L’idea per “Merchant Yield” è nata all’inizio dello scorso anno. Dopo aver ridotto i costi fino al 90% per l’utente finale, eliminato tutti i costi di chargeback e portato nuove fonti di guadagno ai commercianti, ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare di più. Abbiamo così deciso di rivoluzionare il concetto stesso di payment gateway.

Cos’è oggi un payment gateway, esattamente? È una piattaforma che aiuta a processare i pagamenti, ricevendo in cambio delle commissioni. Ma noi volevamo diventare un partner reale per i commercianti, un’entità amica che li aiutasse a generare maggiori profitti. Così è nata l’idea di “Merchant Yield.”

Sempre più commercianti vogliono essere pagati in crypto: alcuni lo fanno per investimento, con l’idea che il prezzo di tali asset crescerà in futuro, altri invece desiderano diversificare la propria tesoriera. Nei prossimi mesi, grazie alla collaborazione con Elrond, vogliamo dare ai nostri clienti l’opportunità di reinvestire i crypto-asset ottenuti tramite Utrust e generare così uno yield.

Tutte le commissioni che i commercianti pagano per utilizzare il nostro servizio vengono automaticamente reinvestite, generando così un rendimento annuale che può andare da un minimo del 5% a un massimo del 15%. Aiutiamo i nostri clienti ad accrescere le loro entrate, piuttosto che semplicemente farci pagare per offrire un servizio.

Inizialmente Merchant Yield si baserà unicamente su stablecoin, ma in futuro sarà ampliato anche a Bitcoin, Ethereum e tutte le altre criptovalute che oggi già supportiamo sul nostro payment gateway.

Cointelegraph Italia: L’adozione delle criptovalute fra i commercianti è ancora bassa, specialmente in Italia. Quali pensi siano i passi da compiere affinché i pagamenti in crypto diventino la normalità?

Sanja Kon: Non è ancora possibile parlare di adozione di massa, specialmente in paesi come l’Italia. Chi effettua pagamenti in criptovalute è infatti prevalentemente un investitore o un trader che ha generato grandi profitti, che fa uso dei propri asset digitali per l’acquisto di articoli di lusso: automobili, abiti d’alta moda, gioielli, orologi, beni immobiliari ed elettronica, nonché attività legate al mondo blockchain come NFT e trading.

Su questi vertical l’adozione sta crescendo tantissimo, ma rimane bassa per tutto ciò che riguarda il mercato di massa. La gente insomma non è ancora disposta a comprare un caffè con Bitcoin, e a mio parere tale traguardo richiederà diversi anni.

Un fattore di fondamentale importanza per accrescere il livello d’adozione è la regolamentazione. Affinché le criptovalute diventino un asset utilizzato per l’acquisto di ogni genere di prodotto, è necessario un framework normativo chiaro: come vanno trattati questi asset, come funziona la dichiarazione dei redditi? I paesi di tutto il mondo dovranno rispondere a queste domande.

Non temi che, con la crescita dell’adozione, i regolatori possano iniziare ad ostacolare servizi interamente incentrati sulle crypto come Utrust? Prevedi che assisteremo ad uno scontro fra queste due realtà, oppure a una coesistenza pacifica?

Quel che mi aspetto nei prossimi anni è una convivenza turbolenta con alcuni regolatori, più pacifica con altri: ad esempio, noi in Portogallo collaboriamo già da diversi anni con gli organi di regolamentazione.

Molti pensano che le aziende operanti nel Web3 siano contro le regolamentazioni e la condivisione di informazioni con i governi, quando in realtà è esattamente l’opposto! Se esiste un framework trasparente e chiaro aumenta anche il tasso d’adozione, pertanto regole ben definite andrebbero a beneficio di tutti. Ad ogni modo, avendo lavorato per moltissimo tempo nel mercati finanziari tradizionali, posso capire perché ci sia ancora diffidenza.

Ad ogni modo, scontro con i regolatori o meno, questa innovazione non può più essere fermata. Potrebbero avvenire dei ritardi, posticipi di qualche anno, ma le criptovalute sono qui per rimanere: a un certo punto arriveremo a un framework normativo chiaro, di questo ne sono certa.