Le autorità sudcoreane hanno accusato di manipolazione del mercato i dirigenti di quello che una volta era il terzo più grande exchange del Paese, Coinbit

Secondo il notiziario News1, i PM stanno preparando un’azione legale contro il presidente di Coinbit, Choi Mo, e due dirigenti ancora anonimi: le accuse sono di frode e falsificazione legata alla manipolazione del mercato. Secondo la Metropolitan Police Agency di Seoul, da agosto 2019 a maggio 2020 i tre avrebbero usato dei conti fantasma per gonfiare i volumi delle transazioni e manipolare i prezzi dei token sull'exchange.

La polizia ha confiscato le proprietà di Coinbit in una serie di perquisizioni avvenute ad agosto. All'epoca, le autorità stimarono che il 99% del volume dell’exchange fosse stato falsificato con la pratica del “wash trading” di Bitcoin (BTC) e di altre crypto: i responsabili delle attività fraudolente avrebbero incassato più di 84 milioni di dollari.

Un'indagine di agosto dell'organo di stampa Seoul Shinmun ha scoperto che Coinbit non mostrava i dettagli dei depositi e prelievi corrispondenti alle principali transazioni crypto, ed inoltre aveva bloccato le transazioni con altri exchange. Questo avrebbe permesso al presidente di Coinbit e ad altri di manipolare il mercato acquistando e vendendo grandi quantità di token in momenti specifici

Secondo la Thomas Reuters Practical Law, commettere una frode in Corea del Sud utilizzando pratiche commerciali scorrette come la fornitura di prezzi di mercato imprecisi può comportare una pena detentiva che oscilla tra i cinque anni e l'ergastolo, se i profitti ottenuti tramite tale frode sono di oltre 5 miliardi di won sudcoreani, circa 4,6 milioni di dollari. Inoltre, i colpevoli possono essere multati "fino all'ammontare dei profitti ottenuti".