Secondo alcuni esperti dell'industria, le istituzioni finanziarie dovranno totalmente rimpiazzare la propria infrastruttura informatica per adottare blockchain e valute digitali.

Durante il proprio discorso alla conferenza ScotChain18 di Edimburgo, dedicata all'impatto dei registri distribuiti nel settore commerciale, il CCO di Libra Jeremy Drain ha spiegato che "alcune compagnie sono convinte che la loro infrastruttura potrà facilmente accettare criptovalute e blockchain": tuttavia la tipologia di dati è fin troppo differente, i loro sistemi non funzionerebbero con le nuove tecnologie.

A tal proposito, il CEO di Monax Casey Kuhlman spiegato:

"Si tratta di un software ancora immaturo, la proposta di valore è poco chiara a causa delle differenti tecnologie utilizzate da ogni soluzione con criptovalute".

Michael Young, CEO di MBN Solutions, crede invece che poiché molte compagnie stanno già da parecchio tempo studiando la blockchain e la sua adozione all'interno delle strutture aziendali, il passaggio al "nuovo ordinamento" potrebbe essere più agevole di quanto molti credono. Ha poi aggiunto:

"Tutte le storie di successo, senza eccezioni, possiedono una caratteristica comune: la giusta infrastruttura per assicurare una trasmissione ed elaborazione di dati rapida, ininterrotta e sicura sulla blockchain. Nonostante non sia un problema per molte start-up operanti in questo settore, le grandi corporazioni dovranno completamente rivedere la propria organizzazione per stare al passo con questa tecnologia incredibilmente innovativa".

Lo scorso mese, il colosso giapponese della tecnologia Fujitsu ha annunciato la realizzazione di una piattaforma per pagamenti interbancari basata sui registri distribuiti. Il progetto, realizzato in collaborazione con nove banche nazionali, mira a "confermare l'applicabilità della tecnologia blockchain" e utilizzerà una "valuta digitale" di cui ancora non si conosce il nome.