Bitcoin.com di Roger Ver e le principali mining pool di Bitcoin Cash fanno marcia indietro: in seguito alla reazione estremamente negativa della comunità, l'idea di introdurre una tassa del 12,5% sul mining di BCH verrà abbandonata.

La posizione di Bitcoin.com

La scorsa settimana alcune figure chiave dell'ecosistema Bitcoin Cash, fra le quali Jihan Wu, CEO di Bitmain, e il sopracitato Roger Ver, CEO di Bitcoin.com, avevano proposto un "piano per il finanziamento dell'infrastruttura" che avrebbe costretto i miner della criptovaluta a donare il 12,5% dei profitti ad un'entità con sede a Hong Kong. 

L'iniziativa è stata tuttavia duramente criticata dalla community, costringendo Bitcoin.com a tornare sui propri passi. Sul sito web dell'azienda è ora possibile leggere:

"Allo stato attuale Bitcoin.com non continuerà a sostenere alcun piano, a meno che non vi sia un maggior accordo nell'ecosistema in modo tale da ridurre al minimo il rischio di un chain split. Pensiamo sia chiaro che la proposta non abbia trovato abbastanza supporto."

Bitcoin.com tenterà pertanto di elaborare un nuovo modo per finanziare lo sviluppo del network:

"Lavoreremo per ideare un piano che sia redditizio per tutte le parti interessate, e che preservi l'economia fondamentale di Bitcoin Cash."

Il messaggio si conclude con un invito ad una maggiore flessibilità:

"Una proposta permanente offrirebbe di fatto carta bianca sullo sviluppo e incentiverebbe 'lo sviluppo per il bene dello sviluppo stesso', che renderebbe vano lo scopo della campagna di raccolta fondi [...] per creare una valuta digitale veloce ed affidabile su un protocollo Bitcoin stabile, praticamente immutabile ed economicamente razionale."

I timori della community

Era stato Jiang Zhuoer, CEO della mining pool Btc.top, a proporre l'introduzione di una tassa sul mining. Nel proprio messaggio svelava che l'idea veniva supportata non soltanto da Roger Ver e Jihan Wu, ma anche da Haipo Yang, a capo di ViaBTC. Complessivamente, questi individui rappresentano circa il 27% dell'hash rate complessivo di BCH.

Uno degli aspetti più controversi dell'iniziativa era la volontà dichiarata di imporre questa proposta sul network lanciando un vero e proprio attacco 51%: i blocchi dei miner non conformi sarebbero stati rimossi dalla blockchain.

Un altro timore era legato alla eccessiva centralizzazione: i fondi raccolti grazie alla tassa sarebbero stati infatti indirizzati ad una società privata con sede a Hong Kong piuttosto che ad una fondazione senza fine di lucro. A causa dell'assenza di un qualsiasi tipo di procedura di voto, i proprietari della compagnia avrebbero di fatto controllato i futuri sviluppi di Bitcoin Cash.

Curiosamente anche Charlie Lee, ideatore di Litecoin, ha recentemente proposto un simile metodo di finanziamento:

"Penso che un modo migliore per finanziare lo sviluppo sia che le mining pool donino volontariamente una parte del block reward.

[...]

Che ne direste se le pool di Litecoin donassero l'1% (0,125 LTC) dei block reward alla @LTCFoundation? Se lo facesse ogni miner/pool, si arriverebbe a circa 1,5 milioni di dollari all'anno!"