Il ritorno di Donald Trump alla presidenza ha segnato l’inizio di una nuova era per le criptovalute negli Stati Uniti, ma il paese ha ancora molta strada da fare per raggiungere l’Europa.
Trump ha delineato grandi progetti e fatto promesse ambiziose per trasformare gli Stati Uniti in un paradiso crypto. Al World Economic Forum di Davos di quest’anno, ha promesso di fare degli Stati Uniti la “capitale mondiale” delle criptovalute, grazie a una serie di politiche favorevoli, investimenti più elevati e maggiore chiarezza normativa.
Le criptovalute stanno diventando un settore strategico sempre più importante e si prevede che raggiungerà una valutazione di 38,6 miliardi di dollari entro il 2030: la guerra globale per conquistare questo mercato è alle porte. Sebbene Trump stia rafforzando l’arsenale normativo statunitense per competere a livello internazionale, l’Unione Europea ha già implementato il suo quadro legislativo sulle criptovalute: il Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA).
Grazie al MiCA, l’UE gode di un notevole vantaggio e potrebbe guidare le normative a livello globale nel lungo termine.
Il culto della personalità di Trump deve essere sostenuto dai fatti
Il culto della personalità di Trump, alimentato da grandi gesti e promesse spesso vaghe, ha proiettato gli Stati Uniti come leader nel settore delle criptovalute. Il suo carisma attira l’attenzione e l’entusiasmo dei principali imprenditori del settore. Tuttavia, ci sono dubbi sul fatto che riuscirà davvero a trasformare la sua retorica pro-crypto in azioni concrete.
I primi segnali indicano che è in corso l’elaborazione di normative chiave per favorire l’innovazione e la crescita del settore crypto negli Stati Uniti. Ciò che manca attualmente è un quadro normativo olistico che offra chiarezza alle aziende che operano nel settore blockchain.
Trump ha nominato diverse figure pro-crypto in ruoli chiave, a partire dalla scelta di Paul Atkins come presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) e dall’incarico dato al commissario Hester Peirce di guidare la nuova task force della SEC per regolamentare il settore. Appena pochi giorni dopo il suo insediamento, il 23 gennaio, Trump ha firmato un ordine esecutivo per creare una “riserva nazionale di asset digitali” e ha avviato i lavori per un quadro normativo sulle stablecoin.
Sebbene queste iniziative mostrino che le criptovalute siano una priorità per la sua amministrazione, non bastano norme frammentarie e una manciata di ordini esecutivi per competere con l’UE. Sarà necessaria una regolamentazione più strutturata e completa.
Il MiCA ha creato una solida base normativa
Data l’importanza crescente del settore crypto, l’Unione Europea non è rimasta a guardare. Ha sviluppato un quadro normativo completo, il MiCA, entrato pienamente in vigore il 30 dicembre 2024.
A differenza delle politiche più limitate attualmente discusse dall’amministrazione Trump, il MiCA è una normativa organica che copre tutte le crypto-attività, comprese quelle finora escluse dalla legislazione finanziaria tradizionale. L’obiettivo è garantire chiarezza sia alle imprese che ai consumatori, promuovendo l’integrità del mercato, la stabilità finanziaria e la trasparenza. Per operare nell’UE, le aziende dovranno ottenere una licenza specifica.
Nonostante le preoccupazioni espresse da alcune entità del settore, il parere generale nei confronti del MiCA è positivo: la chiarezza normativa viene infatti vista come un fattore vantaggioso per le aziende.
Detto ciò, non bisogna dimenticare che il settore delle criptovalute è ancora agli inizi e pertanto dominato da start-up che necessitano di supporto nei loro primi anni, quando le risorse finanziarie sono limitate. Per queste aziende, conformarsi al MiCA potrebbe risultare oneroso sia dal punto di vista monetario che operativo. Alcune start-up potrebbero pertanto decidere di trasferirsi in paesi con normative più favorevoli, come gli Stati Uniti; ma è probabile che questo fenomeno riguarderà principalmente le realtà più rischiose e speculative, mentre il MiCA stabilirà lo standard per il settore nel lungo periodo.
Sebbene la chiarezza normativa sia essenziale, alcuni temono che il MiCA possa frenare l’innovazione a causa di un eccesso di regolamentazione. D'altra parte, c'è chi ritiene che il MiCA favorirà lo sviluppo del settore e dell’intero comparto finanziario, grazie all’integrazione di nuove infrastrutture digitali.
Nei prossimi anni vedremo anche una crescente convergenza tra finanza tradizionale e finanza decentralizzata, dando vita a un ecosistema più maturo e sofisticato rispetto a quello attuale negli Stati Uniti.
Le criptovalute e la tecnologia blockchain stanno diventando pilastri fondamentali per le future innovazioni tecnologiche. Il MiCA offre all’Europa un trampolino di lancio solido per affermarsi come leader del settore, e potrebbe assorbire una fetta significativa del mercato. L'amministrazione Trump sta cercando di recuperare terreno, ma il rischio è che il suo approccio frammentato e la forte attenzione all’immagine più che ai fatti possano comprometterne il successo nel lungo periodo.
Sfruttare la risonanza mediatica di Trump può essere vantaggioso nel breve termine. Ma se la SEC vuole davvero attrarre valore verso gli Stati Uniti e sottrarlo all’Europa, dovrà accompagnare le promesse di Trump con una regolamentazione forte, concreta e globale.
Mateusz Kara, co-founder e CEO di Ari10