Unocoin, importante piattaforma d'exchange con sede in India, ha sospeso sia prelievi che depositi in rupie (INR) "per ordine" della banca centrale del paese. La compagnia ha spiegato ai propri clienti che i trasferimenti in denaro rimarranno disabilitati "fino all'identificazione e all'implementazione di un metodo alternativo di finanziamento".
Prelievi e depositi in criptovalute rimangono tuttavia attivi sia su Unocoin che su Unodax, una seconda piattaforma di scambio di proprietà dell'azienda. Gli utenti possono inoltre continuare ad utilizzare i bilanci già esistenti per acquistare e vendere sia Bitcoin (BTC) che Ethereum (ETH).
Unocoin è soltanto l'ultima compagnia operante nel paese a subire le conseguenze del controverso divieto adottato dalla Reserve Bank of India (RBI), che impedisce alle banche di offrire i propri servizi a persone e aziende legate al settore delle criptovalute.
In data 4 luglio anche Zebpay, altro importante exchange indiano, ha annunciato la sospensione di depositi e prelievi in rupie. Il medesimo giorno WazirX ha implementato lo scambio P2P sulla propria piattaforma, proprio per evitare qualsiasi tipo di conversione crypto-fiat. "Se agli exchange non è permesso svolgere attività bancarie", aveva al tempo dichiarato Nischal Shetty, direttore generale della compagnia, "la soluzione è allora adottare qualcosa che non coinvolga affatto le banche".
Nonostante le numerose petizioni a sfavore di tale divieto, la Corte Suprema del paese si rifuta addirittura di adottare provvedimenti provvisori per coloro maggiormente colpiti dalla nuova normativa. La scorsa settimana, la magistratura ha rinviato a settembre l'udienza finale sul divieto, originariamente prevista per il 20 luglio.