Secondo quanto riportato il 22 aprile dal Times of India, la corte suprema di Delhi avrebbe inviato una nota alla Reserve Bank of India (RBI), al Ministero delle Finanze e al Goods and Services Tax (GST) Council, in cui viene dichiarato che la decisione della RBI di interrompere le trattative con le imprese che operano nel settore delle criptovalute vìola la costituzione.

La nota sarebbe stata emessa in risposta a un reclamo presentato la settimana scorsa dalla compagnia Kali Digital. Dopo la pubblicazione della circolare del 5 aprile, in cui la RBI annunciava la sospensione dell'erogazione di servizi a persone o imprese che si occupano di criptovalute, è partita una petizione online per la rimozione del divieto che, al momento, ha raggiunto le 43.000 firme.

Kali Digital, che gestisce l'exchange CoinRecoil, il cui lancio è previsto per agosto 2018, ha presentato un reclamo ufficiale il 16 aprile, sostenendo che la circolare della RBI violi l'Articolo 19 comma 1 lett. g, che fornisce ai cittadini il diritto di esercitare qualsiasi occupazione o impresa, e l'Articolo 14, che vieta le discriminazioni. Nella nota, firmata dai giudici S. Ravindra Bhat e A. K. Chawla, viene indicato che i tre organi dovranno fornire una risposta entro il 24 maggio.

Kali Digital crede che la decisione della RBI sia incostituzionale, in quanto ostacola le attività di CoinRecoil:

"A causa della circolare in questione, il firmatario non sarà in grado di avvalersi dei servizi bancari per gestire l'exchange di criptovalute "CoinRecoil". Tali servizi sono indispensabili per il business del firmatario. Di conseguenza, l'azienda [...] muore sul nascere. "

Kali Digital ha incluso il GST nel reclamo, accusandolo di aver fallito nello "stabilire una regolamentazione appropriata sulle criptovalute", cosa che "ha aumentato l'incertezza sul trattamento di tali transazioni e sta influenzando negativamente le attività del firmatario".

Anche l'imprenditore Tim Draper ha commentato negativamente la circolare della RBI, affermando in un'intervista che il rifiuto del governo indiano di riconoscere la validità delle criptovalute sia "la cosa più stupida del mondo".