Il chief economist israeliano ha stilato un elenco di raccomandazioni su come i politici dovrebbero affrontare le leggi sugli asset digitali nel Paese, al fine di promuovere in modo sicuro l'adozione delle criptovalute.

In un rapporto di 109 pagine presentato al Ministro delle Finanze il 28 novembre, Shira Greenberg, chief economist del Ministero delle Finanze, ha richiesto un framework normativo più completo che renda conformi le piattaforme di trading e gli emittenti di criptovalute, espandendo i poteri conferiti alle autorità di regolamentazione finanziaria. 

Greenberg ha raccomandato che il Paese migliori la fiducia e la protezione degli investitori imponendo requisiti di licenza più severi alle piattaforme di trading e agli emittenti di criptovalute, oltre a garantire una gestione più sicura dei fondi provenienti dagli asset digitali.

Ha inoltre consigliato che il supervisore dei provider di servizi finanziari abbia poteri più ampi, al fine di supervisionare le normative di licenza e sviluppare una fiscalità completa per la compravendita di asset digitali.

Greenberg ha inoltre suggerito di ampliare i poteri dell'Autorità israeliana per i valori mobiliari (Israel Securities Authority), affermando che tali poteri siano necessari per accertare se un asset digitale rientri nell'ambito di applicazione delle leggi israeliane sui valori mobiliari e per monitorare l'attività dei provider di servizi di pagamento nel settore crypto.

Relativamente alla legislazione, Greenberg ha menzionato la necessità di implementare specifiche regole di licenza e supervisione per gli emittenti di stablecoin, insieme alla proposta di istituire un comitato interministeriale per esaminare e regolamentare le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) basate sulla blockchain.

Ha aggiunto che è importante che i politici e i legislatori tengano conto del concetto di neutralità tecnologica quando implementano le regole relative agli asset digitali.

Avigdor Lieberman, Ministro delle Finanze, ha elogiato Greenberg per il lavoro, affermando che il rapporto "costituisce la relazione più completa e aggiornata attualmente disponibile su questo tema per l'uso governativo" in Israele e che si aspetta che il "rapporto servirà come base per le future decisioni e la legislazione" sulle questioni relative agli asset digitali nei mesi a venire.

Nonostante Israele sia spesso indicato come una nazione tecnologicamente avanzata, il Paese non ha dimostrato di essere troppo incline alle criptovalute, classificandosi al 111° posto su 146 Paesi in un recente indice di adozione globale delle crypto condotto dalla società di dati blockchain Chainalysis. 

Nel rapporto, Greenberg ha anche fatto riferimento a dati che affermano che i residenti israeliani abbiano effettuato 21 milioni di transazioni basate su blockchain in totale, pari solo allo 0,04% di tutte le transazioni di criptovalute nel mondo.

Nel frattempo, solo il 2% degli israeliani ha dichiarato di possedere o utilizzare un crypto wallet.

L'adozione sembra tuttavia alle porte: il Tel Aviv Stock Exchange (TASE) ha annunciato di recente, il 24 ottobre, l'intenzione di sviluppare una piattaforma basata su blockchain per espandere i propri servizi di trading alle criptovalute. Nello stesso mese, il TASE ha anche dato il via a test live di un progetto pilota che prevede la tokenizzazione delle obbligazioni digitali, il cui completamento è previsto per il primo trimestre del 2023.

Anche le licenze governative sono state finalmente rilasciate: a settembre 2022, la piattaforma di trading Bits of Gold, con sede in Israele, è stata la prima azienda a ricevere una licenza dalla Capital Markets Authority per archiviare le valute digitali attraverso il proprio wallet di custodia protetto e fornire alle banche alcuni servizi legati agli asset digitali.