Secondo quanto pubblicato domenica sui social media, Bits of Gold, il crypto exchange con sede in Israele, è diventata la prima società di criptovalute del Paese a ricevere una licenza dalla Capital Markets Authority.

Grazie all'ottenimento della licenza, Bits of Gold sarà in grado di custodire le valute digitali nel "Bits of Gold Wallet", strumento da tempo in sviluppo. Inoltre, inizierà a fornire un servizio che consentirà alle banche e ad altre istituzioni finanziarie di collegarsi ai suoi servizi di asset digitali.

In una dichiarazione pubblica, Bits of Gold ha affermato che la licenza è il prossimo passo nella sua missione di rendere il mondo delle valute digitali più accessibile al pubblico israeliano "in modo semplice e sicuro".

Le autorità israeliane hanno imposto restrizioni ai pagamenti in contanti nel Paese, nel tentativo di combattere le attività illegali e di favorire la transizione verso i pagamenti digitali.

Ciononostante, l'adozione istituzionale nel Paese è stata lenta: fino a poco tempo fa, le banche israeliane erano molto ostili nei confronti delle criptovalute, bloccando i servizi richiamando alla normativa antiriciclaggio (AML).

Nel 2017, la Corte Suprema israeliana ha stabilito che la banca locale Leumi era legalmente autorizzata a rifiutare il servizio a Bits of Gold, sostenendo che la natura di Bitcoin (BTC) rendesse impossibile applicare i requisiti antiriciclaggio.

La posizione della Corte Suprema è tuttavia cambiata nel 2019, quando ha stabilito che Leumi non poteva bloccare il conto di Bits of Gold sulla base di preoccupazioni di carattere normativo, creando così un precedente per altre società di criptovalute.

L'applicazione di nuove norme antiriciclaggio da parte del governo israeliano ha ulteriormente aperto la strada alla cooperazione tra le banche e l'industria delle criptovalute. Lo sviluppo ha anche stabilito che le società di criptovalute devono ottenere una licenza, anche se alle società che ne hanno fatto richiesta è stato concesso un permesso per continuare temporaneamente le loro operazioni.

Un'altra barriera all'adozione istituzionale in Israele è rappresentata dalle leggi fiscali. Il Paese è stato recentemente classificato come il terzo peggior Paese per la tassazione sulle criptovalute, secondo un rapporto pubblicato dalla società di analisi delle criptovalute Coincub l'8 settembre.

Secondo Coincub, il capital gain derivante da criptovalute è generalmente soggetto ad un'imposta fino al 33% in Israele e, se l'attività di investimento è considerata correlata all'attività commerciale, è soggetta a un'imposta sul reddito fino al 50%.

Mentre l'Autorità per i mercati dei capitali, le assicurazioni e il risparmio aveva già concesso la prima licenza israeliana per le criptovalute alla società di infrastrutture Hybrid Bridge Holdings ad inizio mese, la licenza ricevuta da Bits of Gold rappresenta la prima concessa ad un broker attivo.