J.P. Morgan Chase ha aggiunto un segmento dedicato alle criptovalute nella sezione "Fattore Rischio" del proprio rapporto annuale alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, presentato in data 27 febbraio.

In particolare, le criptovalute vengono menzionate all'interno della sottosezione "Competizione", nella quale viene descritta la comparsa di nuovi avversari che potrebbero minacciare le operazioni di J.P. Morgan:

“Sia le istituzioni finanziare che i loro concorrenti non bancari devono affrontare il rischio che l'elaborazione di pagamenti ed altri servizi possano essere ostacolati da tecnologie, come le criptovalute, che non richiedono alcun intermediario."

Il rapporto sottolinea che queste nuove tecnologie, mai citate in maniera diretta ma probabilmente legate alla Blockchain, "potrebbero richiedere una maggiore spesa da parte di JPMorgan Chase per modificare o adattare i propri prodotti, così da attirare e mantenere i clienti o competere con prodotti e servizi offerti dalla concorrenza, comprese aziende tecnologiche."

Tale concorrenza potrebbe potenzialmente "costringere JPMorgan Chase a diminuire prezzi e commissioni per prodotti e servizi offerti dall'azienda, oppure portare ad una perdita di quote di mercato."

La scorsa settimana anche la Bank of America (BOA) ha rilasciato il proprio rapporto annuale al SEC, nel quale le criptovalute venivano considerate una potenziale minaccia per gli affari, con rischi descritti in maniera del tutto simile: "la diffusione dell'adozione di nuove tecnologie, inclusi servizi web, criptovalute e sistemi di pagamento, richiederebbe spese sostanziali per modificare o adattare la nostra offerta attuale".

Il CEO di J.P. Morgan Chase Jamie Dimon alzò un polverone a settembre dello scorso anno, quando definì il Bitcoin (BTC) una "frode", minacciando di licenziare qualsiasi dipendente che osasse acquistare criptovalute utilizzando i conti della compagnia. Da allora l'opinione di Dimon si è leggermente placata, dichiarando ad un inviato di Cointelegraph al World Economic Forum di Davos di non essere "scettico" nei confronti della nuova tecnologia.

Nei primi giorni di febbraio, un presunto rapporto interno appartenente a J.P. Morgan Chase descriveva le criptovalute come "innovative", affermando che "non spariranno facilmente". Sottolineava inoltre come tale tecnologia potrebbe essere applicata all'area dei sistemi di pagamento, tradizionalmente lenti, specialmente per le transazioni internazionali.