Secondo il ministro dello sviluppo digitale del Kazakistan, Bagdat Mussin, il paese ha avviato trattative per investimenti pari a 300 miliardi di tenge (714 milioni di dollari) nel suo settore del crypto mining.

A giugno, un altro ministro kazako, contestando il ban delle criptovalute durante un dibattito parlamentare, ha dichiarato che nel corso dei prossimi tre anni il paese avrebbe potuto ricevere un investimento da 700 milioni di dollari per le sue mining farm.

Durante una riunione di governo, Mussin ha spiegato che il paese ha predisposto tredici mining farm e sta lavorando su altre quattro per attirare nuovi investimenti, come riportato da Reuters il 2 settembre.

Attestando il progresso compiuto, Mussin ha affermato che le strutture per il mining già allestite hanno attirato un investimento totale pari a 80 miliardi di tenge (190 milioni di dollari). Inoltre, ha sottolineato di aver sottoscritto diversi accordi preliminari per ricevere 714 milioni di dollari con l’obiettivo di rafforzare il mining di criptovalute nel paese.

Come segnalato da Cointelegraph, nel 2019 il Kazakistan ha stabilito regolamentazioni fiscali relative alle criptovalute nel tentativo di sostenere le attività in ambito crypto. Questo quadro normativo ha reso i profitti derivanti dal crypto mining esenti da tasse, a condizione che gli asset minati non vengano convertiti in valuta fiat.

La legislazione ha inoltre delineato che le società di mining kazake sarebbero state soggette ad imposte simile a data center nel caso in cui avessero utilizzato il proprio hardware per fornire servizi di mining di criptovalute ad altri.

Tuttavia, le norme locali consentono solo il mining di criptovalute garantite da asset, vietando quello di criptovalute non garantite come Bitcoin (BTC).