La Nano Foundation ha annunciato il finanziamento di un fondo legale, per poter offrire a tutte le vittime dell'attacco informatico ai danni di BitGrail parità d'accesso alla rappresentanza e la possibilità di perseguire i propri interessi giuridici associati all'insolvenza della piattaforma d'exchange.

A febbraio di quest'anno, l'exchange italiano BitGrail è stato vittima del furto di oltre 17 milioni di token Nano, equivalenti a circa 187 milioni di dollari al momento dell'incidente.

Per garantire alle vittime il giusto supporto legale e la possibilità di recuperare il denaro perduto, pare che per il lancio del fondo legale gli sviluppatori di Nano abbiano contattato Espen Enger. Al tempo Enger rappresentava gli interessi di quasi 600 utenti danneggiati dall'attacco a BitGrail. Poco dopo, Nano ha anche contattato lo studio legale italiano Bonelli Erede, il quale aveva collaborato con Enger.

“Pertanto, annunciamo che Nano offrirà contributi pari a quelli delle vittime del fondo legale creato dal signor Enger, comprese donazioni sia passate che future, fino ad 1 milione di dollari. Lo scopo è quello di dare vita ad un fondo legale dal valore di almeno 2 milioni di dollari.

Stando a quanto riportato dal comunicato, le vittime rappresentate da Espen Enger sono riuscite a raccogliere oltre 300.000$ in varie valute, compresi oltre 53.000 Nano. Pertanto, grazie alla donazione della Nano Foundation, tale somma raddoppierà fino a raggiungere un valore di circa 600.000$. La compagnia sottolinea che la Foundation potrà solo effettuare donazioni, e non avrà alcun accesso o controllo sui fondi.

Nell'annuncio, la Nano Foundation dichiara inoltre che tutte le prove attendibili "continuano ad indicare un bug nel software dell'exchange BitGrail". BitGrail continua tuttavia a negare ogni responsabilità nell'incidente, affermando invece che la colpa è del codice di Nano.