Nonostante il volume di trading dei token non fungibili (NFT) sia diminuito del 98% rispetto a gennaio, diversi dirigenti del settore continuano a credere in questa tecnologia. Jonathon Miller, amministratore delegato dell'exchange di criptovalute Kraken in Australia, ha a tal proposito commentato:
"Sebbene a settembre l'attività del mercato e il volume delle vendite degli NFT siano rallentati, stiamo ancora vedendo segnali positivi di adozione a livello istituzionale e una continua crescita dei casi d'uso."
Ha spiegato che la sua società rimane "rialzista in merito al settore degli NFT," e ritiene che "sarà una tecnologia innovativa e dirompente proprio come lo è stato Bitcoin dieci anni fa." Ha inoltre affermato di essere rimasto particolarmente sorpreso dal fatto che JPMorgan abbia firmato "un contratto di leasing utilizzando la tecnologia NFT", o che il Vaticano abbia "aperto una galleria token non fungibili."
Tuttavia, ha riconosciuto che l'industria NFT si trova ancora nelle fasi iniziali, e che l'esperienza utente eccessivamente complessa rimane un grosso ostacolo per l'adozione di massa
John Stefanidis, CEO e fondatore della piattaforma di NFT gaming Balthazar DAO, ha dichiarato invece di non essere particolarmente preoccupato per il recente calo d'interesse: "la gente deve capire che gli NFT non sono soltanto foto." A suo parere è naturale che questo declino sia avvenuto, data la crescita stratosferica di una singola applicazione di questa tecnologia.
Mason Edwards, Chief Commercial Officer di Tezos Foundation, ha aggiunto:
"È un bene che il mercato sia un po' sceso: la gente comprerà soltanto cose a cui tiene davvero, piuttosto che speculare su ogni asset. Il mercato degli NFT non è ancora maturo, vediamo ancora persone spendere milioni di dollari in token inutili."