Secondo un comunicato stampa del Senato delle Filippine pubblicato martedì 13 marzo, la senatrice filippina Leila de Lima ha presentato una proposta di legge per imporre sanzioni più severe per i reati relativi alle criptovalute, a causa della complessità del processo investigativo.

Secondo il Senate Bill (SB) n. 1694, tutti i reati descritti dal Revised Penal Code (RPC) comporterebbero una sanzione di un grado superiore al normale nel caso in cui il reato fosse commesso grazie all'uso di "moneta virtuale". De Lima ha anche suggerito di sequestrare le criptovalute usate in attività illegali, a meno che non provengano da terze parti. Nel comunicato stampa si legge:

 

"A causa del suo anonimato o dell'uso di pseudonimi, le forze dell'ordine potrebbero incontrare difficoltà nel rintracciare l'utente o il proprietario di una valuta virtuale utilizzata nella commissione di reati, rendendo quindi necessaria una sanzione più severa."

Secondo De Lima, tali misure adeguerebbero il sistema di giustizia penale del governo a quello che considerano un nuovo tipo di crimine, al fine di combattere gli usi più frequenti delle criptovalute in attività illegali. Tra questi, De Lima ha elencato la falsa vendita di Bitcoin, l'utilizzo di valute virtuali come pagamento per prodotti illegali, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

"Poiché la moneta virtuale ha caratteristiche simili a quelle del denaro, le possibilità sono infinite", ha affermato la senatrice.

A Febbraio del 2017, la Bangko Sentral ng Pilipinas (BSP) ha riconosciuto Bitcoin (BTC) come un metodo di pagamento legale, sottolineando che la decisione non costituisce un'approvazione ufficiale da parte del governo filippino o lo status di moneta a corso legale, in quanto il BTC non viene emesso dalla banca centrale. Più tardi, a novembre del 2017, la Securities and Exchange Commission (SEC) delle Filippine ha annunciato di avere in programma di considerare le criptovalute come security.