Una nota catena di pizzerie ha iniziato ad accettare pagamenti in criptovalute in tutti i suoi negozi in Venezuela.

Secondo quanto annunciato su Twitter da CryptoBuyer, d'ora in avanti i negozi Pizza Hut in Venezuela accetteranno criptovalute come metodo di pagamento per cibo e bevande. Per questa iniziativa, il colosso statunitense ha stretto una collaborazione con la società crypto Mega Soft.

Richard Elkhouri, General Director for Venezuelan Operations di Pizza Hut, ha commentato durante un'intervista con il portale d'informazione locale ElAxioma:

"Oggigiorno Pizza Hut non può essere distaccato da questi progressi tecnologici e da tutti coloro che adottano nuovi approcci per le necessità quotidiane. È importante che si vada incontro ai giovani, agli adulti vicini alla modernità e in generale a tutte le persone tecnologicamente competenti."

Tramite CryptoBuyer, i clienti venezuelani potranno fare acquisti nei punti vendita Pizza Hut utilizzando Bitcoin (BTC), Litecoin (LTC), Dash (DASH), Binance Coin (BNB), Binance USD (BUSD), Ether (ETH), Tether (USDT), Dai (DAI) e il token nativo XPT. Pizza Hut ha sedi non soltanto nella capitale, Caracas, ma anche nelle città di Maracay, Maracaibo e Barquisimeto.

Con sede a Panama, CryptoBuyer è una start-up che offre gateway crypto per i commercianti e gestisce distributori di Bitcoin in America centrale e meridionale. La società ha già stretto collaborazioni con aziende molto importanti, come la catena di fast food Burger King, il Tamanaco Intercontinental Hotel di Caracas e Traki, un'importante catena di negozi in Venezuela.

Uno degli eventi più importanti nella storia di Bitcoin è proprio legato alla pizza: il primo acquisto commerciale documentato con BTC è stato un ordine di due pizze. Il 22 maggio 2010, il programmatore Laszlo Hanyecz ha pagato 10.000 BTC — cifra oggi equivalente a 181 milioni di dollari — affinché un utente del forum di Bitcoin Talk ordinasse per lui due pizze da Papa John's, nota catena statunitense.