I ricercatori di economia del Kiel Institute for the World Economy hanno respinto il concetto di criptovaluta decentralizzata, determinando al tempo stesso che una moneta digitale distribuita da una banca centrale (CBDC) potrebbe rafforzare la stabilità del sistema finanziario.

"Al momento, le criptovalute come il Bitcoin non possono realmente soppiantare il denaro fiat", hanno dichiarato gli studiosi all'interno del resoconto. "La disponibilità della tecnologia va incontro a gravi limite di scalabilità. In particolare, sarebbe estremamente costoso condurre con criptovalute anche una piccolissima fetta delle transazioni oggi effettuate grazie al denaro tradizionale".

Il Kiel Institute afferma inoltre che, piuttosto che come mezzo di scambio, oggigiorno le criptovalute vengono più che altro utilizzate come veicolo di speculazione finanziaria. La forte oscillazione dei prezzi, in parte dovuta al fatto che gran parte delle monete digitali basano il proprio valore unicamente sul desiderio d'acquisto della comunità, non ha fatto altro che attirare ulteriori speculatori. La quasi totale mancanza di regolamentazioni ha poi accentuato tale effetto.

Questa tecnologia potrebbe tuttavia rappresentare un'ottima opportunità per le banche centrali, spiegano i ricercatori:

"Per evitare la periodica instabilità del sistema bancario, le banche commerciali dovrebbero escogitare una fonte di finanziamento più affidabile rispetto ai depositi. Poiché la riserva frazionaria del sistema bancario corrente può essere fonte di forte instabilità, una modifica tanto dirompente non porterebbe necessariamente ad uno sviluppo negativo: potrebbe al contrario spianare la strada per un sistema finanziario più stabile".

Numerose banche centrali in tutto il mondo hanno intenzione di introdurre le proprie monete digitali, come ad esempio la Banca di Thailandia e la Banca Centrale delle Bahamas. Anche il direttore della Bank of England, un pezzo grosso della finanza internazionale, si è detto interessato all'idea di una CBDC.