Come riportato il 13 giugno dal New York Times, Tether (USDT) è di nuovo nell'occhio del ciclone: una nuova ricerca ha incolpato lo stablecoin di aver manipolato i prezzi di bitcoin nel 2017.

Un documento pubblicato il 13 giugno da John M. Griffin e Amin Shams dell'Università del Texas sostiene che i pattern di transazione mostrano che Tether veniva "utilizzato per fornire supporto ai prezzi delle criptovalute e manipolarli".

Secondo i ricercatori, metà dell'aumento registrato da bitcoin a dicembre, quando la criptovaluta raggiunse il massimo storico di 20.000$, è stato esplicitamente dovuto a Tether e al suo emittente Bitfinex.

"Usando algoritmi per analizzare i dati della blockchain, abbiamo scoperto che gli acquisti fatti con Tether sono sincronizzati ai downturn del mercato, comportando aumenti considerevoli dei prezzi di bitcoin", riassume l'abstract del documento.

Dalla fine dello scorso anno, Tether è stato continuamente oggetto di critiche, soprattutto quando l'immissione di monete sul mercato aveva un effetto immediato sui prezzi del bitcoin.

Anche questa volta, l'ipotesi di Griffin e Shams è diventata foraggio per le principali testate giornalistiche, che hanno utilizzato le informazioni per dimostrare la natura poco chiara dei mercati delle criptovalute.

Secondo il New York Times, la ricerca "susciterà un dibattito su quanto il guadagno stallare registrato da bitcoin lo scorso anno sia stato causato dalle azioni segrete di alcune compagnie, piuttosto che dalla reale domanda degli investitori".

Tuttavia, alcune figure del settore sembrano essere d'accordo, come la società di ricerca Chainalysis, secondo cui i risultati "sembrano credibili".

Questa settimana, Tether ha superato sia Monero che Dash, diventando così la dodicesima criptovaluta per capitalizzazione di mercato.