Ripple ha presentato una mozione per respingere la causa legale relativa alla presunta vendita di beni azionari non registrati da parte della compagnia.

La vendita di XRP era un'offerta illecita di beni azionari?

Nei documenti del tribunale, caricati quest'oggi in rete da Fortune, gli avvocati che rappresentano l'azienda contro l'investitore Bradley Sostack hanno respinto ogni sua accusa. Ad agosto di quest'anno l'uomo ha denunciato Ripple, sostenendo che la vendita di XRP avvenuta nel 2013 rappresentava un'offerta illecita di beni azionari.

Ripple ha ovviamente smentito tali dichiarazioni, ma l'apertura del caso ha comunque sollevato timori riguardo all'effettiva legalità delle operazioni dell'azienda. I dirigenti di Ripple sostengono che non sia presente alcuna relazione diretta fra il token e la compagnia, nonostante sia il principale detentore della criptovaluta.

"Il Tribunale non ha bisogno di stabilire se XRP è un bene azionario"

Quest'ultimo sviluppo ha generato ulteriori sospetti, in quanto all'interno dei documenti gli avvocati di Ripple non offrono una risposta chiara al quesito se XRP è effettivamente una security. In particolare, in una sezione è possibile leggere:

"A causa di motivi molteplici e indipendenti per respingere questa azione, ai fini di questa mozione il Tribunale non ha bisogno di stabilire se XRP è un bene azionario o una valuta, che presuppone l'accusa del Querelante secondo la quale XRP sarebbe una security."

Il documento ha anche attirato le attenzioni dell'avvocato Jake Chervinsky, specializzato nel settore delle criptovalute, che ha recentemente dichiarato su Twitter:

"Presentano dodici argomentazioni per respingere le accuse del querelante. Nemmeno una di esse spiega in maniera chiara se XRP è una security non registrata."

Pare che la notizia non abbia avuto, almeno per il momento, alcun effetto negativo sul mercato di XRP. Quest'oggi infatti il valore del token è aumentato, sfiorando quota 0,30$.