La Duma di Stato, il parlamento della Federazione Russa, sta prendendo in considerazione l'idea di imporre "responsabilità amministrative" per il mining di criptovalute.
Durante un'intervista con il portale d'informazione TASS, Anatoly Aksakov, a capo del Comitato della Duma per i Mercati Finanziari, ha svelato che il governo potrebbe alterare le proprie politiche riguardo al mining già entro fine mese:
"Segnalo che qualsiasi operazione con criptovalute contraria alla legislazione russa verrà considerata illegittima. Questo significa che mining, distribuzione, diffusione e istituzione di punti di scambio per questi strumenti sarà proibito. Tali azioni porteranno a responsabilità amministrative sotto forma di multe. Crediamo che criptovalute create su blockchain aperte, come Bitcoin o Ethereum, siano strumenti illegittimi."
Aksakov ha al tempo stesso sottolineato che, nonostante il mining sia bandito in Russia, i cittadini del paese possono comunque ottenere i propri Bitcoin sotto regime giuridico estero, vale a dire in punti di vendita e scambio stranieri.
Lo scorso mese Sberbank, la banca più importante in Russia, ha annunciato la sospensione dei propri progetti legati al settore delle criptovalute a causa della presa di posizione negativa adottata dalla banca centrale del paese nei confronti dell'industria. Pare che Sberbank fosse in attesa di regolamentazioni chiare per il settore delle monete digitali, ma la Banca di Russia si è fermamente opposta all'adozione di questa tecnologia.