Tutti gli stati membri del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI) dovrebbero adottare le sua linee guida per controllare gli exchange di criptovalute, il loro storage e altro. Lo rivela il quotidiano russo Izvestia, citando testualmente la dichiarazione di un regolatore del governo.
Il GAFI, con sede a Parigi, è un'organizzazione intergovernativa fondata nel 1989 con lo scopo di sviluppare degli standard per combattere il riciclaggio di denaro sporco e altre forme illecite di finanziamento.
Ad ottobre, il GAFI ha annunciato alcune modifiche agli standard riguardanti le valute digitali e le imprese che operano nel settore. Nelle sue linee guida, l'organizzazione ha osservato che i fornitori di servizi relativi agli asset virtuali dovrebbero essere soggetti alle norme antiriciclaggio (AML) e contro il finanziamento del terrorismo (CFT).
Intervistato da Izvestia, Pavel Livadny, vice presidente del Federal Financial Monitoring Service della Federazione Russa (Rosfinmonitoring) si è dichiarato favorevole all'implementazione di controlli per le transazioni crypto del valore superiore a 600.000 rubli (circa 9.120$).
Livadny ha affermato che le criptovalute "possono circolare ed essere scambiate digitalmente e allo stesso tempo essere utilizzate per pagamenti e investimenti".
Di conseguenza, riporta Izvestia, le autorità dovrebbero impegnarsi a controllare tali asset, nonché monitorare l'archiviazione, l'emissione e lo scambio con altri cryptoasset.
Al momento, in Russia non esiste una regolamentazione rigorosa sulle criptovalute, ma vi è solo un progetto di legge per formalizzare le zone grigie dell'economia che sta cercando di farsi strada attraverso il parlamento.
Rimangono ancora molti interrogativi sugli obblighi fiscali dei detentori di criptovalute, accentuati dalle sporadiche decisioni legali in materia di Bitcoin (BTC).
Livadny ha aggiunto che le modifiche alla legge russa relative al monitoraggio del settore crypto entreranno in vigore "nel prossimo futuro".