Secondo quanto riportato in data 31 luglio dal portale d'informazione Korea JoongAng Daily, le autorità sudcoreane stanno indagando su una potenziale truffa organizzata da Shinil Group, azienda con sede a Seoul. Pare che la compagnia abbia promesso di ripagare gli investitori con l'oro recuperato da un relitto di origine russa.

Questo mese Shinil aveva infatti annunciato di aver ritrovato Dmitrii Donskoi, un incrociatore corazzato affondato 113 anni fa. Secondo l'azienda all'interno della nave sarebbe presente un'enorme quantità d'oro, dal valore di oltre 150 bilioni di won (131 miliardi di dollari).

Per incoraggiare gli investitori ad acquistare la propria criptovaluta, Shinil aveva promesso che tutti i partecipanti al progetto sarebbero stati rimborsati grazie all'oro trovato all'interno del relitto. Da inizio anno ad oggi, la campagna di raccolta fondi ha generato ben 60 miliardi di won (53,7 milioni di dollari) grazie ai contributi di circa 100.000 investitori, nonostante lo stesso CEO Choi Yong-seok abbia ammesso che non esiste alcuna prova concreta che all'interno della nave siano effettivamente presenti oggetti di valore.

La Polizia Distrettuale di Seoul ha pertanto vietato a Choi di abbandonare il paese, allo scopo di interrogarlo sui dettagli dell'iniziativa. Questa probabile truffa è stata organizzata in collaborazione con Yu Ji-beom, a capo di una filiale di Shinil Group con sede a Singapore. In passato Yu era stato condannato per frode immobiliare, e risiede oggi in Vietnam proprio per evitare le indagini.

Pare inoltre che la compagnia abbia tentato di generare illecitamente profitti sfruttando l'oscillazione del valore delle azioni di Jeil Industries, un'altra azienda sudcoreana. Il prezzo di tali azioni è infatti aumentato del 30% in appena un giorno, vale a dire quando Ryu Sang-mi, vecchio capo di Shinil Group, è divenuto il principale investitore di Jeil Steel.