Un gruppo di ricercatori, guidato da Benjamin Trump dell'Oak Ridge Institute for Science and Education, ha recentemente pubblicato uno studio nel quale afferma che gli aggiornamenti "hard fork" potrebbero rappresentare una minaccia per la stabilità delle valute digitali. Tali risultati sono stati ottenuti grazie all'analisi di oltre 800 soft fork e hard fork del Bitcoin (BTC).

Nonostante gli studiosi siano certi che le monete digitali possano rivoluzionare sia il commercio che lo scambio d'informazioni su scala mondiale, Trump spiega che "un tale sconvolgimento della blockchain di una criptovaluta potrebbe portare le persone a perdere fiducia in essa e nella sua capacità di sopravvivere come strumento affidabile di scambio".

L'analisi rivela infatti che una considerevole percentuale di altcoin e fork derivanti dal BTC non è sopravvissuta per più di qualche mese, mentre alcune di essere sono riuscite a consolidarsi e a durare per anni. I ricercatori credono inoltre che in futuro le hard fork diverranno sempre più comuni, e prevedono che entro la fine del 2018 ne verranno implementate fino a 50. Trump ha poi dichiarato:

"Le hard fork sono una minaccia per il mantenimento di una piattaforma stabile e prevedibile: due qualità essenziali per poter adottare le criptovalute nelle transazioni finanziarie di ogni giorno".

Per quanto riguarda il possibile futuro del BTC come strumento di scambio riconosciuto a livello internazionale, Trump crede che gli operatori della rete (miner, sviluppatori di wallet, exchange...) dovranno prima migliorarne l'amministrazione, allo scopo di promuovere maggiore stabilità.

Secondo un'altra ricerca, condotta dalla società di consulenza Satis Group, entro cinque anni il prezzo del Bitcoin (BTC) potrebbe potenzialmente raggiungere quota 96.000$. In particolare all'interno del documento viene spiegato che, per quanto riguarda le tendenze rialziste dei prossimi cinque anni, il BTC potrebbe arrivare a 96.000$, Monero (XMR) a 18.000$ e Decred (DCR) a 535$.