In Svizzera, l'Autorità Federale di Vigilanza sui Mercati Finanziari (FINMA) ha approvato una nuova disposizione per contrastare il riciclaggio di denaro. Al fine di rendere ancora più difficile condurre attività illecite, la soglia delle transazioni non identificate sugli exchange di criptovalute è stata ridotta da 5.000 a 1.000 CHF, equivalenti a poco più di 1.000$.
La disposizione segue l'entrata in vigore, il primo gennaio di quest'anno, delle due nuove normative Financial Services Act e Financial Institutions Act. Una delle modifiche più importanti introdotte dalla nuova disposizione è l'allineamento delle regolamentazioni nazionali svizzere con le direttive della Financial Action Task Force (FATF), introdotto a giugno dello scorso anno. L'organo internazionale aveva infatti imposto un limite di 1.000$ per le transazioni non identificate sugli exchange.
Tutti i fornitori di servizi finanziari operanti nel settore delle criptovalute saranno pertanto costretti a richiedere i dati di chiunque effettui una transazione con un importo superiore ai 1.000$, e tali informazioni dovranno poi essere condivise con le autorità.
L'iniziativa fa parte di una tendenza globale verso una più severa lotta al riciclaggio di denaro tramite criptovalute. Il 10 gennaio 2020, nell'Unione Europea è entrata ufficialmente in vigore la Quinta Direttiva Antiriciclaggio (5AMLD), che mira proprio a contrastare in maniera più efficace riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
A dicembre il servizio Bottle Pay, che consentiva di inviare Bitcoin tramite i social network, ha annunciato l'interruzione delle operazioni proprio a causa della 5AMLD. L'azienda aveva infatti spiegato che, se il prodotto fosse stato modificato così da risultare conforme alla nuova normativa, l'esperienza degli utenti sarebbe stata alterata "in maniera così radicale, così negativa, che non siamo disposti a imporre tutto ciò alla nostra comunità."