L'emittente di stablecoin Tether Holdings Limited ha portato a zero la propria esposizione ai commercial paper, risolvendo uno dei principali problemi alla base di USDT: la dubbia qualità delle sue riserve.

Oltre a rimuovere i commercial paper dalle riserve, il 13 ottobre Tether ha anche annunciato di aver sostituito tali investimenti con buoni del Tesoro degli Stati Uniti. "Ridurre a zero i commercial paper dimostra l'impegno di Tether a sostenere i suoi token con le riserve più sicure sul mercato", ha affermato la società.

Da 30 miliardi a zero: il valore di USDT non viene più supportato da commercial paper. Fonte: Tether

I detrattori di Tether hanno spesso criticato le riserve alla base di USDT, e in particolar modo la composizione di tali asset. Nell'ottobre del 2021, Bloomberg aveva speculato che Tether avesse una grossa esposizione ai commercial paper cinesi, in un momento delicato in cui uno dei principali promotori immobiliari del Paese, China Evergrande Group, era sull'orlo del collasso.

"Come sempre, Paolo Ardoino e Tether rimangono fedeli alle loro parole. Paolo aveva detto che l'esposizione ai commercial paper sarebbe arrivata a zero entro la fine di ottobre, e così è stato. È emozionante vedere l'esposizione ai commercial paper andare a zero, fornisce a Tether una solida base per incrementare ancor di più l'adozione nel prossimo decennio."

I commercial paper sono obbligazioni di debito non garantite a breve termine, emesse da una società o istituto finanziario; in genere, comportano un rischio elevato.

A giugno, Tether ha negato le accuse secondo cui l'85% del proprio portfolio fosse rappresentato da commercial paper cinesi e asiatici. Al tempo l'azienda aveva anche promesso che avrebbe portato a zero la propria esposizione ai commercial paper: nei mesi successivi, Tether ha pubblicato aggiornamenti periodici che mostravano i progressi compiuti in tal senso.

Ad agosto, Tether ha assunto BDO Italia per condurre revisioni regolari delle proprie riserve: l'azienda pianifica inoltre di incrementare la frequenze dei propri report da trimestrale a mensile.