La rivoluzione industriale inglese, iniziata fra il 1760 e il 1780, ha innescato uno dei cambiamenti più grandi nella storia dell’umanità. Cosa ancora più straordinaria della svolta culturale in sé è il fatto che l’industrializzazione inglese è rimasta per decenni molto più avanti rispetto alla potenziale concorrenza. Solo a partire dai primi del ‘900 gli storici hanno affrontato la questione della causalità. La risposta sintetica di Max Weber, “L’Etica del Lavoro Protestante,” indicava la serietà, la diligenza, la prudenza fiscale e il duro lavoro dei puritani. Altri segnalano l’istituzione della Bank of England nel 1694 come base per la stabilità finanziaria.
Al contrario, l’Europa continentale è passata da una crisi del debito nazionale all’altra, per poi gettarsi a capofitto nelle guerre napoleoniche. Prevedibilmente, l’industrializzazione è arrivata nel continente europeo solo nel 1815, guidata dall’appena formato Belgio.
250 anni più tardi, un’altra rivoluzione ha avuto inizio con il lancio di Bitcoin (BTC), ma questa è di natura più commerciale che industriale. Anche se il suo pieno impatto deve ancora entrare in scena, i punti in comune tra questi due eventi storici sono già impressionanti.
La rivoluzione di Bitcoin potrebbe non essere tanto appariscente quanto quella industriale, ma scuote le fondamenta stesse dell’economia post-baratto. Come l'istituzione della Bank of England, la creazione dell’infrastruttura crypto è stata spinta da minacce continue e sempre più gravi alla stabilità finanziaria: faglie sistemiche create da sfide macroeconomiche derivanti dalla crisi finanziaria del 2008.
Se non puoi batterli, unisciti a loro… giusto?
Mentre un tempo una banca centrale rappresentava l’illuminismo finanziario, oggi interpreta il ruolo dell’antagonista. Chi nel 2008 è riuscito a “collegare i puntini” si è reso conto che le banche centrali non esistevano più come guardiani e protettori delle valute nazionali, bensì come strumenti per creare distorsioni di mercato politicizzate, abbandonando il proprio dovere di preservare la ricchezza e creando invece le condizioni per un debito pubblico illimitato e a basso costo. Anche se molte delle intenzioni di fondo erano benigne, il processo è stato intrinsecamente utilizzato per punire i risparmiatori e premiare il debito sconsiderato.
Nel frattempo, c’è voluto del tempo prima che gli asset digitali raggiungessero il loro potenziale e si avvicinassero a condizioni di massa critica, anche se fortunatamente la piena accettazione non dovrebbe richiedere un periodo equivalente alla durata della rivoluzione industriale inglese. Negli ultimi 12 anni le criptovalute si sono evolute, passando da "sconosciute" a "nuove" e infine divenendo "significative", accumulando sempre più interesse. Come risultato, sono attualmente in atto profondi cambiamenti che influenzano i meccanismi con cui gli investitori, il settore degli investimenti, i gestori patrimoniali e persino il settore delle banche commerciali interagiscono con le criptovalute.
Questo interesse ha registrato un’accelerazione con l’inizio di un periodo di forte incertezza economica e crescente consapevolezza che la solidità strutturale si sta allontanando dalle opzioni di investimento tradizionali. Non solo, questa nuova ondata di innovazione finanziaria e interesse pubblico è avvenuta in larga misura al di fuori del controllo delle banche centrali, se non contrastata direttamente dal ramo normativo delle banche nel governo.
Ora, molte banche centrali stanno cercando di unirsi a una corsa che hanno cercato di interrompere quasi in ogni modo, con valute digitali che adottano l’aspetto brillante dell’innovazione crypto ma eliminano i progressi e la filosofia sottostanti che hanno reso tali innovazioni così popolari.
Segui o fatti da parte
La popolarità delle criptovalute è in gran parte attribuibile alla sua fungibilità versatile. Hanno assunto la forma di ciò di cui la comunità finanziaria indipendente aveva bisogno, da valuta digitale a strumenti finanziari speculativi, a smart contract in grado di supportare tecnologia finanziaria intelligente.
Per quanto le banche centrali possano cercare di paralizzare l’hype intorno alle crypto, il successo delle criptovalute segnerà la fine fondamentale di aspetti critici del monopolio bancario centrale offrendo un veicolo più competitivo per agevolare le transazioni commerciali e fornire un mezzo più stabile per conservare asset monetizzati. In realtà le criptovalute offrono rendimenti reali su depositi “in contanti,” una funzione che il sistema fiat ha abbandonato da tempo. Ma soprattutto, le criptovalute rivelano la natura fittizia delle valute fiat e del principio a loro sottostante.
Le criptovalute come ecosistema continueranno a vincolare, riorientare e definire i parametri per le politiche macroeconomiche governative. Senza dubbio, valide alternative al denaro fiat spingeranno quest’ultimo verso i margini della vita commerciale, riducendo al tempo stesso il numero di strumenti a disposizione dello stato nazione per regolare o reagire a condizioni economiche mutevoli. Ciò significa che il coinvolgimento finanziario dei governi non può più essere una regola a sé stante: dovrà seguire gli stessi principi di tutti gli altri. La parità di condizioni in questo ambito ha risvolti radicali.
Nel contesto dei limiti essenziali delle valute fiat, delle attuali politiche geo e macroeconomiche, e di un emergente nuovo ordine mondiale, le criptovalute offrono un vasto potenziale in termini di efficienza per agevolare il commercio e l’investimento senza attriti, un mezzo di stabilità contro l’incertezza e l’inflazione, maggiore sicurezza nel trasferimento di valore e nella gestione della ricchezza, autonomia ottimale in un clima sempre più intrusivo, e preservazione/crescita di asset “liquidi” in un mondo caratterizzato da tassi d’interesse negativi.
Anche la struttura che supporta il concetto di “valuta di riserva globale” si sta indebolendo. Questo ridurrà l’influenza politica sulla finanza globale, oltre alle capacità delle nazioni di accumulare bilanci a lungo termine di deficit e ottenere prestiti con interessi minimi o nulli. Considerando i trend attuali, i cambiamenti nei meccanismi di trading potrebbero evolversi rapidamente al punto che tali “valute di riserva” non avranno più alcuna funzione. E il successo delle criptovalute accelererà la fine del monopolio del dollaro statunitense sul commercio globale.
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