Il 26 gennaio, internet si è spento all’improvviso insieme a buona parte della East Coast statunitense. Servizi di posta elettronica fuori uso, video su YouTube interrotti a metà, milioni di persone colpite anche se solo temporaneamente. Il blackout, attribuito a un’ondata di traffico, sottolinea le diffuse vulnerabilità legate al modo in cui gran parte del mondo fa affari, consuma intrattenimento e comunica.

Le implicazioni di queste interruzioni dovrebbero essere particolarmente allarmanti per chi vive nel mondo delle crypto, ovvero il crescente numero di partecipanti in un ecosistema decentralizzato emergente per il trasferimento di valore peer-to-peer con Bitcoin (BTC), che sviluppano smart contract su Ethereum o lanciano piattaforme e token per eseguire una miriade di funzioni e servizi.

Effettivamente, questi blackout evidenziano una seria sfida per la creazione dell’agognato futuro di un web decentralizzato più protetto, affidabile e sicuro.

Ogni volta che Gmail o Telegram vanno offline a causa di queste turbolenze nel sistema esistente, ci ricordano di quanto questo nascente mondo decentralizzato sia esposto alle vulnerabilità centralizzate. Ed è una sorta di tallone d’Achille che non è ancora stato affrontato adeguatamente.

In breve, il pieno sviluppo della blockchain e di altri sistemi decentralizzati dipende dall’affidabilità di un’architettura web esistente che non è solo altamente centralizzata ma ha anche bisogno di un restauro.

Internet: la bella e la bestia

Per quanto l’architettura originale possa essere magnifica — e credetemi, è magnifica — l’internet come lo conosciamo è diventato piuttosto inefficiente. Sono passati decenni dalla sua creazione, e sta dimostrando la sua proverbiale età. Le prove di questo declino si trovano nel crescente numero di interruzioni che hanno colpito grandi servizi cloud, come Amazon Web Services o Microsoft Azure, insieme a piattaforme di messaggistica essenziali a livello aziendale come Slack. Le risultanti perdite sostenute dalle corporazioni, e dagli utenti web e appassionati di crypto, potrebbero ammontare a miliardi di dollari.

L’anno scorso, per esempio, Cloudflare è andato offline e il conseguente calo delle transazioni di Bitcoin è stato considerevole. In questo caso, il network di Bitcoin in sé non era fuori uso. L’infrastruttura di consenso peer-to-peer su cui si basa era perfettamente operativa, ma il declino delle transazioni completate indica una seria debolezza nel sistema, dato che così tanti utenti dipendono da servizi di archiviazione e di trasferimento centralizzati. E molti di questi servizi dipendono a loro volta da Cloudflare.

Questo esempio evidenzia come, in molti casi, la validità di tali funzioni si riduce a un singolo punto di errore, cosa totalmente opposta alla raison d’être di Bitcoin e più in generale della blockchain.

Sfortunatamente, il problema è peggiorato notevolmente durante la pandemia di COVID-19, principalmente perché il web è diventato ancora più centrale al nostro lavoro e alla nostra vita privata. Stando ai dati pubblicati di recente da ThousandEyes, una società di network intelligence, le interruzioni di internet a livello globale sono cresciute a dismisura l’anno scorso nel corso della pandemia, citando l’aumento dell’utilizzo come una delle ragioni. A marzo, i disservizi sono aumentati del 63% rispetto al periodo pre-pandemia. Arrivati a giugno, il numero di interruzioni era superiore del 44% rispetto all’inizio dell’anno scorso.

Considerando che un incredibile 25% di tutte le operazioni di Ethereum nel mondo utilizzano Amazon Web Services, le preoccupazioni in questo contesto appaiono perfettamente ragionevoli. Al momento, ogni singola applicazione basata su blockchain, che sia Bitcoin, Polkadot o Cosmos, è completamente impotente senza l’aiuto di una manciata di infrastrutture e servizi centralizzati basati su internet.

La soluzione esiste

Tuttavia, queste osservazioni non hanno lo scopo di esprimere pessimismo o disperazione, perché ci sono soluzioni al problema che possono essere implementate con relativa rapidità e senza trasformare radicalmente ciò che è già in uso. Occorre sfruttare la forza di internet nella sua forma attuale, rafforzando i meccanismi su cui si fonda concentrandosi sull’abbondanza di nodi e le ridondanze di dati già integrate nel sistema.

Immagina un nodo come un condotto per incanalare i dati su cui fai affidamento. E con un protocollo di routing più dinamico e intelligente facilmente implementato sopra l’internet esistente; per esempio, possiamo inviare trasmissioni aggirando i nodi bloccati o congestionati, recuperando i dati dai nodi attraverso cui questi possono fluire più liberamente.

Inoltre, è necessario affrontare i problemi di sicurezza fondamentali. In particolare, un’analisi della tecnologia di routing standard di internet, conosciuta come Border Gateway Protocol, o BGP, rivela vulnerabilità che attualmente vengono sfruttate da hacker organizzati con effetti potenzialmente di ampio raggio su tutte le forme di applicazioni basate su internet. Questi attacchi non solo sono sempre più frequenti, ma minacciano anche blackout e ritardi più costosi.

Per esempio, ad aprile 2018, degli hacker hanno sfruttato dei punti deboli nell’infrastruttura centrale di internet per reindirizzare gli utenti del sito web di un wallet Ethereum a un sito di phishing. Questo ha compromesso le credenziali del loro account e ha causato perdite di criptovalute da centinaia di migliaia di dollari. È complicato, ma durante l’attacco i server di routing autoritativi sono stati corrotti per deviare il traffico verso indirizzi IP controllati dagli hacker invece della destinazione IP prevista normalmente specificata dal BGP.

La debolezza è radicata nel fatto che il BGP è stato progettato quando internet ospitava un numero di utenti molto più piccolo. I suoi architetti originali non hanno previsto, comprensibilmente, l’attuale necessità di proteggere il network da così tante entità malintenzionate. Quindi, questo protocollo di routing viene facilmente manipolato per scopi illeciti.

La blockchain è la risposta

La tecnologia blockchain offre una soluzione potenzialmente cruciale a questo problema. Anche se gli IP potrebbero comunque essere dirottati al livello più basso, un livello di routing basato su blockchain consentirebbe alle imprese di connettere dispositivi e infrastrutture tramite un network privato senza pubblicare i propri indirizzi IP, quelli che gli hacker potrebbero usare per prendere di mira i loro servizi. E all’interno di questo livello, ogni connessione tra dispositivi può essere cifrata senza usare le autorità centralizzate che rappresentano una vulnerabilità centrale nelle architetture attualmente in uso.

Attraverso il routing più efficiente dei dati su internet e grazie al potere della blockchain per rinforzare la sicurezza, sono fiducioso nella nascita di nuove sinergie tra il web esistente e la sua nascente controparte decentralizzata. Credo sia solo questione di tempo. E quando avverrà, non ci saranno più limiti per Bitcoin, Ethereum e tutti gli incredibili sistemi blockchain in fase di sviluppo.

I punti di vista, i pensieri e le opinioni espressi in questo articolo appartengono unicamente all’autore e non riflettono necessariamente i punti di vista e le opinioni di Cointelegraph.

Jonas Simanavicius è il chief technology officer di Syntropy, una compagnia di San Francisco focalizzata sulla creazione di un internet programmabile che offre nuove tecnologie per rendere le interazioni web più veloci, affidabili e sicure per le imprese e i normali utenti. Si occupa di tutto lo sviluppo tecnologico nella compagnia, incluso il motore SDN, la piattaforma, il network e la strategia blockchain. In precedenza, ha lavorato come ingegnere presso la Royal Bank of Scotland e JPMorgan Chase.