Le autorità del New Jersey hanno annunciato il fermo di tre soggetti accusati di aver commesso una truffa ai danni degli investitori per un totale di oltre 722 milioni di dollari grazie al presunto schema Ponzi noto come BitClub Network.
Le imputazioni in capo a BitClub Network
BitClub Network avrebbe promesso tassi di rendimento incredibili in cambio di investimenti in una mining pool condivisa. Gli attori dello schema Ponzi si sarebbero così appropriati in maniera indebita di oltre 722 milioni di dollari.
Le autorità accusano anche i tre soggetti, Matthew Goettsche, Jobadiah Weeks e Joseph Abel, di aver falsificato informazioni relative ai tassi di modo da attirare più investitori.
In particolare, i primi due soggetti sono stati accusati di accordo criminoso finalizzato a commettere una truffa informatica (per questo illecito si prevede una pena detentiva massima di 20 anni) e di accordo criminoso finalizzato alla vendita di titoli non regolamentati. Abel, il cui ruolo nello schema era meno preminente, è stato accusato solamente in merito al secondo capo di imputazione di cui sopra, che prevede una pena detentiva massima di 5 anni.
Vi sarebbero poi altri soggetti implicati nell’accordo criminoso, dei quali tuttavia non è stata fatta menzione.
Una storia sospetta
Non è la prima volta che si mette in dubbio l’onestà di BitClub. Già in un articolo del 2016 99Bitcoins metteva in guardia gli investitori da questa piattaforma. L’autore dell’articolo, Ofir Beigel, scriveva così:
"Dopo aver analizzato tutti i fatti non sono in grado di provare con certezza che BitClub Network sia una truffa. Penso comunque che il modello di business di BitClub Network sia carente e personalmente non ci investirei."
A marzo 2017 BitClub è stata persino accusato di aver lanciato un malleability attack sul network di Bitcoin (BTC).
Azione legale in corso ai danni di OneCoin
Quello che probabilmente potremmo definire l'exit scam più famoso nella storia delle criptovalute, OneCoin, è ora oggetto di un’azione legale. A novembre, il verdetto di una giuria di Manhattan ha stabilito la colpevolezza di un avvocato relativamente al riciclaggio di oltre 400 milioni di dollari per conto della nota fondatrice di OneCoin, Ruja Ignatova, altresì nota come "Cryptoqueen". Per tali servizi, l’avvocato avrebbe ricevuto un compenso di 50 milioni di dollari.
L’attuale ubicazione di Ignatova rimane ignota. Solo la settimana scorsa è stato oscurato il sito web di OneCoin che aveva contribuito alla raccolta di ben 4 miliardi di dollari.