Gli Emirati Arabi Uniti hanno compiuto un passo avanti verso l'allineamento delle loro politiche in materia di asset digitali agli standard fiscali internazionali, firmando l'accordo multilaterale tra autorità competenti sullo scambio automatico di informazioni nell'ambito del quadro di riferimento per la segnalazione degli asset crypto (CARF).

Sabato scorso il Ministero delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti (MOF) ha annunciato l'accordo, formalizzando l'impegno degli Emirati Arabi Uniti ad attuare il regime globale OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per la segnalazione degli asset digitali.

Il CARF crea un meccanismo per lo scambio automatico di informazioni fiscali sulle attività relative alle asset crypto tra le giurisdizioni partecipanti. Ciò rafforza la cooperazione internazionale in materia di trasparenza e conformità fiscale.

Il MOF annuncia che gli Emirati Arabi Uniti introdurranno il quadro normativo nel 2027, con l'inizio dello scambio di informazioni previsto per il 2028.

Cointelegraph ha contattato il Ministero delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti per ulteriori informazioni, ma senza ricevere risposta al momento della pubblicazione.

Consultazione pubblica in corso

In vista dell'attuazione, gli Emirati Arabi Uniti hanno avviato una consultazione pubblica per raccogliere i pareri degli stakeholder del settore, tra cui exchange, custodian, trader e società di consulenza. La consultazione è iniziata il 15 settembre e si concluderà l'8 novembre.

Gli Emirati Arabi Uniti si sono uniti ad altre 50 giurisdizioni coinvolte nell'attuazione del CARF nei prossimi anni, ponendo le basi per un approccio globale alla rendicontazione fiscale delle criptovalute.

Anche paesi come la Nuova Zelanda, l'Australia e i Paesi Bassi hanno assunto l'impegno di adottare il quadro normativo.

Il 6 giugno anche la Svizzera ha portato avanti i piani per la condivisione automatica dei dati fiscali relativi alle crypto con 74 paesi partner. Il governo svizzero ha adottato un disegno di legge che consentirà lo scambio automatico di informazioni, condividendo i dati con la maggior parte dei paesi del G20.

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La Corea del Sud si unirà ai paesi CARF nella condivisione delle informazioni fiscali

Il 2 settembre, il media sudcoreano Nate ha riferito dell'accordo finalizzato dal Paese per l'implementazione del CARF, al fine di condividere i dati fiscali relativi alle criptovalute con le giurisdizioni partecipanti.

Il Servizio fiscale nazionale collaborerà con i crypto exchange locali e le organizzazioni internazionali al fine di condividere automaticamente le informazioni fiscali.

Oltre a partecipare al quadro globale di scambio di informazioni, il Paese ha anche intrapreso un'azione repressiva nei confronti degli asset crypto dei contribuenti morosi.

Il 17 agosto, la città sudcoreana di Jeju ha proceduto al congelamento e al sequestro degli asset crypto degli utenti sospettati di eludere gli obblighi fiscali.