Si dichiara colpevole uno dei quattro uomini accusati di aver frodato gli investitori per più di 722 milioni di dollari tramite una truffa basata sul mining di criptovalute.

Silviu Catalin Balaci, programmatore romeno di 35 anni, è stato arrestato in Germania nel dicembre del 2019. Era accusato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi bancarie e alla vendita illecita di titoli finanziari; ora rischia 5 anni di carcere e una multa di 250.000 dollari.

Altri tre complici, Matthew Brent Goettsche, Jobadiah Sinclair Weeks e Joseph Frank Abel, sono stati arrestati negli Stati Uniti nello stesso periodo.

Le autorità ritengono che i truffatori, tra l’aprile 2014 ed il dicembre 2019, avessero offerto quote di inesistenti mining pool in cambio di denaro. Agli investitori venivano poi riconosciuti dei bonus se portavano altre persone nel network.

Nel rinvio a giudizio viene presentato uno scambio di corrispondenza tra Goettsche e Balaci, in cui discutevano su come presentare guadagni da mining fasulli schernendo i loro investitori chiamandoli “pecore”. 

A differenza degli altri, che hanno ammesso di aver offerto agli investitori la possibilità di scegliere tra tre separate mining pool di Bitcoin (BTC), Bacali sosteneva di non sapere che il BitClub Network utilizzasse più di una pool.

Ulteriori scambi di messaggi, avvenuti nel 2015 tra il programmatore e Goettsche, sembrano chiarire come a Bacali fosse stato chiesto di “aumentare le entrate giornaliere correlate al mining del 60%, a partire da oggi”, richiesta cui Bacali si sarebbe opposto in quanto “insostenibile” e “palesemente uno schema Ponzi”.

Nondimeno, il 35enne è accusato di aver manipolato i guadagni per ingannare gli investitori come gli aveva chiesto il suo complice. Bacali ha inoltre confermato quanto sostenuto dagli inquirenti, e cioè che la truffa ha sottratto almeno 722 milioni di dollari in BTC.

Precoci segnali d'allarme

Nel marzo 2017, Cointelegraph aveva riportato sospetti in merito al fatto che BitClub avesse tentato un malleability attack alla rete Bitcoin. Inoltre, già dal 2016 il sito di notizie in ambito cripto 99Bitcoins aveva segnalato che il gruppo portava avanti attività sospette.