Come riferito oggi 2 aprile da Cointelegraph Japan, è stata presentata una class action per 82 milioni di yen (circa 771.000 $) ai danni dell'exchange giapponese Coincheck.

Coincheck fu vittima di un attacco hacker il 26 gennaio, durante il quale sono stati rubati 530 milioni di dollari in NEM dal suo hot wallet. L'exchange ha poi congelato i prelievi di tutte le criptovalute, riattivandoli solo a metà marzo..

L'avvocato Hiromu Mochizuki aveva già presentato due denunce contro Coincheck, la prima riguardava 10 trader che hanno fatto causa all'exchange per il congelamento dei prelievi, la seconda ha coinvolto ben 132 querelanti, che hanno chiesto risarcimenti per 228 milioni di yen (circa 2 milioni di dollari).

Lo studio legale giapponese ITJ, responsabile della causa resa nota oggi, ha pubblicato un avviso sulla prima pagina del proprio sito web. La ditta dichiara che "chiederanno risarcimenti" a Coincheck per un ammontare equivalente "al prezzo delle criptovalute prima dell'incidente meno il prezzo che i querelanti sono riusciti effettivamente a ritirare".

Il 13 marzo, Coincheck ha iniziato risarcire in yen giapponesi i clienti colpiti dall'hack, rimborsando circa 88,5 yen (0,83$) per ogni NEM.

La pagina del sito di ITJ, che è stata scritta prima che Coincheck iniziasse a consentire alcuni prelievi il 13 marzo, afferma che per decidere l'ammontare del rimborso bisogna considerare il prezzo di tre momenti chiave: il primo è quello delle 11:58 del 26 gennaio, quando Coincheck "limitò i depositi" di NEM, il secondo è alle 16:37 del 26 gennaio, quando Coincheck sospese temporaneamente sia i prelievi di criptovalute che di denaro fiat, e il terzo quando la notizia dell'hack è cominciata a diffondersi.

 

I querelanti possono basarsi su questi tre eventi e sul momento in cui sono riusciti ad effettuare prelievi per capire a quanto ammontano le loro perdite.

CT Japan osserva che il consiglio di difesa giapponese di Rashinban ha anche un team legale che si occupa di presentare le richieste di risarcimento per le persone colpite dall'hack. Lo studio legale giapponese Aussens ha già presentato altre tre cause legali contro Coincheck, la prima il 26 febbraio, la seconda il 14 marzo e la terza il 28 marzo, tutte al tribunale distrettuale di Tokyo.

Qualche settimana fa, la Financial Service Agency giapponese (FSA) ha cominciato ad ispezionare le sedi di 15 exchange di criptovalute non registrati: di questi, sette avrebbero ricevuto avvisi di miglioramento aziendale (Coincheck incluso), mentre due sono stati temporaneamente sospesi.