Un report della Banca Centrale canadese mostra che, nonostante la maggior parte dei canadesi sia informata circa finanza di base e Bitcoin, pochi possiedono effettivamente degli asset crypto. 

Secondo i risultati del sondaggio "Cash Alternative Survey 2019" della Bank of Canada, pubblicato ad agosto 2020, l'alfabetizzazione finanziaria è chiaramente associata a una consapevolezza delle criptovalute, ma non necessariamente al loro possesso.

La banca considera l'alfabetizzazione finanziaria come la comprensione di base degli investimenti e dei risparmi per la pensione: secondo l'istituzione, il 47% degli intervistati avrebbe un alto livello di alfabetizzazione finanziaria e il 18% un livello basso. I risultati suggeriscono che i canadesi con un livello inferiore di comprensione della finanza hanno il doppio delle probabilità di investire in asset crypto. 

Nel documento relativo ai risultati del sondaggio si legge: 

"Il 93% dei canadesi con un alto livello di alfabetizzazione finanziaria è a conoscenza delle criptovalute, contro il 72% dei cittadini con un basso livello di alfabetizzazione finanziaria. Al contrario, l'8% dei canadesi con scarse conoscenze in materia ha dichiarato di possedere criptovalute rispetto al 4% dei cittadini che possiedono un'elevata alfabetizzazione finanziaria". 

Sulla base del sondaggio, la banca ha stimato che circa l'84% dei canadesi ha almeno sentito parlare delle criptovalute, e il 5% possiede Bitcoin (BTC) o altcoin;

"La consapevolezza e la proprietà tendono ad essere più alte tra i canadesi giovani, maschi, con un'istruzione universitaria o ad alto reddito". 

Questi dati sono supportati da un report del febbraio 2020 della Think Forward Initiative, facente parte del gruppo finanziario ING, che si basa su un'indagine del 2018 su persone provenienti da 15 Paesi diversi tra cui Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Stati membri dell'Unione Europea. 

Il report afferma:

"Le nostre stime rivelano che i più alfabetizzati dal punto di vista finanziario hanno meno probabilità di possedere crypto, ed è più probabile che non abbiano intenzione di possederle in futuro". 

In particolare, il gruppo ha stimato che un aumento della deviazione standard nel punteggio di alfabetizzazione finanziaria di un partecipante — basato sulla conoscenza dell'inflazione, dell'interesse semplice, dell'interesse composto e del rischio finanziario — ha ridotto la probabilità prevista di possedere asset crypto dall'8,63% al 5,7%. Inoltre, l'aumento di tale punteggio riduce anche le probabilità degli intervistati di voler possedere criptovalute in future:

“Gran parte del mercato delle valute criptate è composto da investitori inesperti con una minore alfabetizzazione finanziaria. È probabile che costoro sopravvalutino le prospettive di ritorno delle criptovalute, nonché il rischio che comportano gli investimenti correlati ad esse.”

Tuttavia, alcuni dati suggeriscono che molti investitori si stanno allontanando dalle crypto a causa di una mancanza di alfabetizzazione crittografica. Nel 2018, la piattaforma di trading e investimenti eToro ha condotto un sondaggio secondo cui il 44% degli investitori online non faceva trading con le crypto perché sentiva di non avere un'adeguata conoscenza della materia. Uno studio simile, condotto da Grayscale nel 2019, ha rilevato che gli investitori statunitensi si sentirebbero maggiormente inclini ad investire in Bitcoin se esistessero più risorse educative in merito.

Comunque sia, i maggiori esperti di finanza al mondo stanno iniziando ad investire in criptovalute. Una ricerca condotta da Fidelity Digital Assets mostra che il 36% dei quasi 800 investitori istituzionali intervistati ha investito in asset digitali. L'80% del campione ritiene che le criptovalute abbiano almeno qualche elemento interessante.