Secondo quando riportato da Business Insider Australia il 28 febbraio, l'Australian Tax Office si impegnerà a verificare che gli investitori includano i loro asset cripto nelle dichiarazioni dei redditi di quest'anno.
L'ente incrocerà i dati ottenuti da "più di cento controlli di identificazione" per risalire agli investitori, e aumenterà i livelli di trasparenza del mercato delle criptovalute con trattati fiscali bilaterali e norme di antiriciclaggio.
Paul Drum, membro del National Tax Liaison Group, ha dichiarato che tali misure permetteranno per la prima volta all'ATO di "esaminare a fondo gli account degli exchange":
"L'efficacia dell'anonimato di Bitcoin e delle altre criptovalute sta iniziando a svanire. Le misure imminenti implicano che la gente dovrà smettere di pensare di potersi nascondere per sempre dietro alle Blockchain, o di poter evitare conseguenze fiscali."
A maggio del 2017, il governo australiano ha confermato di voler trattare Bitcoin come "semplice denaro", e quindi non sottoporlo più a doppia tassazione.
Una legge di settembre 2017, pose fine al regime di doppia tassazione, e le criptovalute cominciarono ad essere trattate come denaro fiat durante il calcolo della Good and Service Tax (GST), con effetto retroattivo fino all'1 luglio 2017.
Tuttavia, a febbraio 2018, l'Australian Tax Office dichiarò di considerare le criptovalute come "proprietà", il che significa che i profitti finanziari derivanti dalla vendita di criptovalute sarebbero stati soggetti ad una tassa sulle plusvalenze. L'ATO ha rilasciato un avvertimento a fine gennaio, nel quale ha annunciato "forti controlli" in arrivo per coloro che cercano di evitare gli obblighi fiscali.
Il sito web dell'ATO contiene una sezione sulla tassazione delle criptovalute, in particolare del Bitcoin:
"Bitcoin non è né denaro né una valuta estera, e la sua erogazione non è sottoposta alla Goods and Service Tax (GST), non essendo di natura finanziaria. Tuttavia, Bitcoin è un asset soggetto a Capital Gains Tax (CGT). "
Nella pagina viene specificato che la GST non verrà applicata sulle transazioni personali inferiori a 10.000$, mentre i pagamenti in BTC ricevuti dagli esercizi commerciali saranno soggetti a GST e possibilmente CGT nel caso in cui il loro business includa la vendita di Bitcoin.
Secondo news.com.au, il direttore delle comunicazioni fiscali di H&R Block ed ex senior director dell'ATO Mark Chapman, ha dichiarato che le persone coinvolte con le criptovalute farebbero meglio a rivolgersi ad un professionista, vista la complessità delle linee guida rilasciate dall'ATO:
"Molte persone non sono consapevoli dei loro obblighi fiscali, essendo le tasse sulle criptovalute ancora molto complicate, ma è essenziale essere al corrente di potenziali obblighi fiscali relativi a plusvalenze e imposte sul reddito, a seconda che si tratti di investimenti o trading. "
Nella giornata di ieri, il Ministero delle Finanze tedesco ha definito il Bitcoin esente da imposte se usato come mezzo di pagamento.
Negli Stati Uniti, dove l'Internal Revenue Service (IRS) tratta le criptovalute come proprietà già dal 2014, solo lo 0,04% dei clienti del servizio di finanza persona le CreditKarma ha incluso le transazioni di criptovalute nella dichiarazione dei redditi di quest'anno.