Secondo i dati raccolti da BitInfoCharts, negli ultimi mesi l'hashrate del Bitcoin (BTC) ha continuato ad aumentare. Questo mostra un incremento costante del livello d'interesse da parte dei miner, nonostante l'incapacità da parte della criptovaluta di superare quota 10.000$, in seguito al crollo dei mercati a febbraio di quest'anno.

Dopo il raggiungimento a dicembre di quota 20.000$, abbiamo assistito ad un lungo declino dei mercati, portando a febbraio il prezzo del Bitcoin sotto i 6.000$. Nonostante il settore si sia in parte ripreso, al momento il valore della criptovaluta è più che dimezzato rispetto ai massimi di dicembre: il prezzo del Bitcoin è ora di circa 9.208$, in aumento dello 0,5% nelle ultime 24 ore.

Il costante incremento dell'hashrate, adesso pari a 31.590 PH/s, mostra come i miner abbiano continuato a supportare la rete del Bitcoin nonostante le recenti oscillazioni di mercato.

A marzo di quest'anno, Tom Lee di Fundstrat ha riportato che il mining di Bitcoin sarebbe divenuto molto meno redditizio, e di conseguenza meno popolare, durante il declino dei prezzi. Una previsione smentita da un hashrate in continua crescita.

Bitcoin Cash (BCH) mostra invece un hashrate abbastanza stagnante. BCH è una fork della Blockchain di Bitcoin, capace in teoria di offrire transazioni più veloci ed economiche grazie ad una maggiore grandezza dei blocchi. Tuttavia a febbraio di quest'anno il costo delle commissioni di BTC erano addirittura inferiori rispetto a quelle di BCH.

Lo scorso mese Erik T. Voorhees, fondatore e CEO di ShapeShift.io, ha comparato la hashrate di Bitcoin, la criptovaluta che ha accumulato la più alta quantità di proof-of-work, a quella di Bitcoin Cash:

Ad agosto 2017, la hashrate della rete Bitcoin è diminuita di circa il 50% in appena quattro giorni, da 8.000 a 4.000 PH/s, a causa delle più alte ricompense per il mining di nuovi blocchi offerte dalla Blockchain di BCH.