L'ultimo report del New York Times sul mining di Bitcoin (BTC), intitolato "The Real-World Costs of the Digital Race for Bitcoin", ha irritato molti sostenitori del BTC — alcuni dei quali si sono sfogati su Twitter per criticarne diversi aspetti, affermando che nel report è stato fatto "cherry-picking" dei dati.

L'articolo del NYT afferma che il mining di Bitcoin ha un appetito "vorace" e sostiene che consuma tanta energia quanto tutte le abitazioni della città di New York.

In risposta, Daniel Batten — analista ESG (Environmental, Social and Governance) di Bitcoin — ha sottolineato quelli che, a suo dire, sono due grandi esempi di "cherry-picking" dei dati, oltre ad aver trascurato l'aumento dell'uso di energia rinnovabile nel settore del mining.

Batten ha affermato che l'articolo del NYT ingigantisce drasticamente l'effettivo utilizzo di combustibili fossili da parte dei miner di BTC, sovrastimando i livelli di emissione dell'81,7% in media. Inoltre, ha aggiunto che il report "utilizza dataset estremamente incompleti per sostenere una tesi".

Batten ha anche ricordato che ci sono 26 miner Bitcoin tra Stati Uniti e Canada che utilizzano il 90% di energia sostenibile per alimentare le loro attività di mining, ma l'articolo del NYT ne ha scelti solo due e si è concentrato sui luoghi che utilizzano meno l'energia rinnovabile.

Troy Cross, un altro sostenitore di Bitcoin, ha affermato che l'articolo del NYT ha utilizzato la "contabilizzazione delle emissioni marginali" per dimostrare la sua tesi, applicandola selettivamente solo alle emissioni di carbonio, non alla generazione.

È un peccato, perché so che ci sono voluti mesi di lavoro, e la fotografia, l'impaginazione e la grafica sono superbe come sempre.

— Troy Cross (@thetrocro) April 10, 2023

Dennis Porter, CEO del Satoshi Act Fund, ha sottolineato che l'articolo del NYT ha commesso un errore nella sua versione iniziale, riportando il nome sbagliato di una città in Texas in cui ha sede un impianto di mining BTC. Successivamente la testata ha corretto l'errore.

Wow. Il NYT non ha nemmeno trovato il tempo di verificare la città in cui si svolge il mining di #Bitcoin.

Si trova a Rockdale, in Texas. Non Rockland.

Queste non sono persone serie. pic.twitter.com/72ed3uIiga

— Dennis Porter (@Dennis_Porter_) April 10, 2023

Pierre Rochard, vice presidente del dipartimento di ricerca dell'azienda di mining BTC Riot, ha accusato il NYT di utilizzare una "contabilizzazione fittizia delle riserve frazionarie di carbonio" e di "falsificare i bilanci per fabbricare le emissioni". Un altro utente di Twitter, Hakan, ha sottolineato i passaggi che riteneva fossero allarmistici.

Sebbene l'elevato consumo energetico richiesto dal mining di Bitcoin sia sicuramente un argomento di discussione, quest'ultimo è molto importante per la blockchain. Non solo viene utilizzato per verificare le transazioni, ma rende il sistema decentralizzato e aggiunge un livello di sicurezza.

Secondo il report del Bitcoin Mining Council per il quarto trimestre del 2022, la rete Bitcoin è già leader nell'uso dell'energia sostenibile, con il 58,9% proveniente da fonti rinnovabili.

Il mix di energia rinnovabile della rete Bitcoin rispetto ai paesi. Fonte: Bitcoin Mining Council

Il mining di Bitcoin è sempre stato un argomento controverso, spesso fomentato da articoli pubblicati dagli organi di stampa mainstream che ne criticano il forte impatto negativo sull'ambiente. Tuttavia, molti sostenitori del Bitcoin considerano questi articoli come attacchi e sono pronti a offrire una prospettiva opposta. Nel frattempo, alcuni si battono attivamente per cercare di cambiare il consenso del mining di Bitcoin con la proof-of-stake, più rispettosa dell'ambiente.

Traduzione a cura di Matteo Carrone